BRINDISI – “Caro ex Sindaco Antonino, ci deve oltre 2 milioni di euro. Ci dia la sua casa”. È questo, in estrema sintesi, il contenuto dell’ingiunzione di pagamento formulata dai legali del Comune di Brindisi, su richiesta dell’Amministrazione guidata dal Sindaco Mimmo Consales.
A finire nel mirino degli esattori del capoluogo, il discusso ex primo cittadino Giovanni Antonino che, per danno di immagine seguito alla vicenda tangenti nel 2003, deve all’ente l’incredibile somma di 2 milioni 111mila e 198 euro. La cifra, da capogiro, è la somma delle tangenti percepite all’epoca (oltre un milione e 700mila euro) e dell’indennità percepita come Sindaco da Antonio nel periodo 2000 – 2003.
La scelta del Comune di passare alle vie legali è testimoniata da una delibera datata 8 agosto, che segue una sentenza della Corte dei conti di Roma, che ha revocato la donazione di una casa da parte dell’ex Sindaco alla moglie. Come dire, il Comune ora ha un bene aggredibile e cioè la casa dove Antonino per l’appunto vive, in pieno centro cittadino. A conti fatti, non esattamente un affare per l’ente, che dovrà ora riuscire nell’impresa di sfrattare l’ex primo cittadino dalla sua residenza. Un’operazione che secondo le leggi italiane potrebbe risultare lunga, difficile e laboriosa.
Eppure, il Comune stavolta fa sul serio. Nella delibera approvata dal Sindaco e dagli Assessori, l’ente da mandato ai suoi legali di promuovere “ogni azione finalizzata al recupero delle somme dovute e debende”. Dalle diffide, insomma, si passa alle ingiunzioni. E quindi, allo sfratto. Secondo le visurte, infatti, il discusso Antonino non avrebbe altro che quella contesa casa.