La Fiera ‘in rosso’ assume giornalisti, blitz della Finanza

scrittore

Due milioni e 300mila euro di debiti e non sentirli. Tanto da potersi permettere un ufficio stampa esterno accantonando i giornalisti professionisti in organico da tempo.

La ‘Fiera del Levante’ di Bari farebbe drizzare i capelli al Premier Mario Monti, perché questa operazione è tutto tranne che una ‘spending review’.

Ma tant’è. La scelta dell’ente guidato da Gianfranco Viesti è finita, tra l’altro, nel mirino della Guardia di Finanza che per conto della Procura di Bari nelle scorse ore, ha acquisito gli atti tramite i quali è stato affidato l’incarico di gestire l’ufficio stampa in forma diretta senza procedure di evidenza pubblica alla società ‘Duerighe’.

I punti da chiarire sono tre: perché sono stati esclusi dal proprio lavoro i tre giornalisti professionisti di lunga esperienza che rientrano da tempo nell’organico della Fiera con contratti a tempo indeterminato; perché è stato affidato l’incarico alla società esterna senza procedure pubbliche; eventuali profili di incompatibilità dell’agenzia ‘Duerighe’ stessa. L’agenzia, infatti, risulta essere di Valentina e Sergio Ventricelli. L’uno Presidente dei giovani di Confapi, l’altra responsabile dell’ufficio stampa. Il marito di Valentina è anche segretario generale di Confapi, il presidente – seppur autosospeso – è invece Erasmo Antro,  Consigliere della Camera di commercio, socio fondatore proprio della ‘Fiera del Levante’. Come dire… un collegamento affatto trascurabile.

Sull’argomento è intervenuta Assostampa che con il Presidente regionale Lorusso ha chiesto lumi sull’accantonamento dei professionisti interni e sulle modalità di scelta della società. Non si è fatta attendere neanche un’interrogazione urgente del Pdl regionale che però, ad oggi, come conferma il leader Palese non ha ricevuto alcuna risposta.

A difendere le scelte è il Presidente della Fiera Viesti. Il fatto è semplice: dopo la firma del contratto integrativo, e il conseguente nuovo organigramma, la Fiera si è dotata di un ufficio relazioni istituzionali al posto del vecchio ufficio stampa e ha incaricato una società esterna di curare per sei mesi la comunicazione, in preparazione di una gara per un servizio strutturato. Perché? Perché, a giudizio di chi guida l’Ente, l’ufficio non funzionava bene; la Fiera aveva bisogno di comunicare di più e meglio. Come dire: 3 professionisti che lavorano male.

La Fiera, però, in quanto Ente pubblico dovrebbe rendere noto questo atto del Consiglio di Amministrazione così da capire almeno quanto costerà. Ma ad oggi non ve ne è traccia. 

 

 

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