Politica

“Brindisi, addio” e i Comuni fuggono verso Lecce

BRINDISI – A rompere ufficialmente le righe è stato Torchiarolo, con una decisione formale datata 3 agosto. Piuttosto che la superprovincia Brindisi-Taranto, senz’arte né parte, preferiamo essere accorpati alla provincia di Lecce – è il senso della delibera approvata all’unanimità dal Consiglio comunale. È ovvio, noi siamo culturalmente leccesi – spiega il Sindaco Giovanni Del Coco – e lo eravamo formalmente fino al 1927 tanto che dipendiamo tutt’ora dalla Curia di Lecce, ad esempio.

Su queste premesse, il Sindaco Del Coco ha inviato la delibera anche a tutti gli altri comuni brindisini della fascia sud: San Pietro vernotico, San Donaci, San Pancrazio, Cellino San Marco. “Sono d’accordo – dice il primo cittadino di quest’ultimo comune, Francesco Cascione – la volontà di Cellino non può certo essere quella di entrare in un contesto amorfo come la superprovincia. E in realtà io ho già chiesto agli altri Sindaci della fascia sud di Brindisi una seduta congiunta di tutti i Consigli comunali per dire a chiare lettere che preferiamo Lecce, di sicuro dopo ferragosto l’assise si riunirà e ufficializzerà questa volontà”.

E la voglia di fuga dalla nuova superprovincia non riguarda solo il sud di Brindisi, ma anche il nord. “Fasano ha sempre guardato a Bari più che a Brindisi – dice il Sindaco Lello Di Bari che però non nasconde qualche diffidenza verso il progetto che fa del capoluogo regionale una città metropolitana che assorbe le competenze provinciali. Se dovesse sopravvivere la provincia di Bari – dice il primo cittadino – potrebbe andarci bene essere accorpati a quella realtà. Se, invece, si parla di una città metropolitana nella quale Fasano non sarebbe che un puntolino senza voce in capitolo, meglio lasciare le cose come stanno”.

Insomma, un esodo in piena regola che lascerebbe quel che rimane della provincia di Brindisi esangue e semplicemente annessa alla provincia di Taranto. Sarà anche per questo che il Pd – che governa la città di Brindisi ed è socio di maggioranza nell’amministrazione provinciale messapica – si sta dando un gran da fare per spegnere le voglie di fuga. È proprio delle scorse ore, un vertice nella federazione del Pd messapico degli amministratori del territorio provinciale: presenti Mimmo Consales, il Sindaco di Mesagne Franco Scoditti, il Sindaco di San Pancrazio Salvatore Ripa, il Sindaco di San Donaci Domenico Sèrio. “In sostanza ci hanno detto – spiega quest’ultimo – che nell’ultima stesura approvata dalla Camera, la possibilità per i comuni frontalieri di optare per una provincia piuttosto che un’altra non c’è più di fatto. È un peccato – continua il Sindaco di San Donaci – perchè se dipendesse da noi, sicuramente preferiremmo aderire alla provincia di Lecce. Ma se così non potrà essere, allora occorre conservare gli organismi intermedi, come Area vasta e Ato, spingere per una superprovincia Salento che abbia una rappresentanza politica nei confronti della Regione Puglia, visto che per la Regione Salento – che sarebbe la soluzione ottimale – i tempi sono lunghi”.

Stretti nell’imbarazzo di dover scegliere tra Brindisi, Taranto e Lecce, sono diversi i primi cittadini che preferibbero – a questo punto – una soluzione più ampia. “Erchie è più vicina per cultura e coltura a Lecce – spiega il Sindaco Giuseppe Margheriti – un’aggregazione più ampia – come provincia o come Regione – sarebbe più funzionale, ma secondo me è opportuno darsi un coordinamento e una linea di indirizzo, senza andare allo sbaraglio”.

Una posizione identica a quella del Sindaco di Avetrana, Mario De Marco: “Il problema non ce lo siamo ancora posto ufficialmente – dice il primo cittadino del comune più meridionale della provincia di Taranto – ma certo un’aggregazione più ampia sarebbe più funzionale di queste province pasticciate”.

Tra fughe in avanti, aspirazioni regionali, stop politici però, l’atteggiamento prevalente dei Sindaci è quello di far passare la bufera legislativa e aspettare di vederci chiaro. “Il pallino sta in mano alla Regione – dice il Sindaco di Sava, Dario Iaiai – noi parteciperemo a quel dibattito e poi capiremo da che parte stare”.

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