TARANTO – Difesa dei posti di lavoro all’Ilva e risanamento ambientale: saranno 24 ore intense, le prossime a Taranto con le manifestazioni della Diocesi e dei sindacati, aspettando la seduta del Riesame, il Tribunale delle Libertà il 3 agosto si pronuncerà sull’istanza di dissequestro degli impianti siderurgici e sulla rimessa in libertà degli 8 esponenti dell’Ilva, tra cui i Riva agli arresti domiciliari da giovedì scorso su provvedimento del Gip di Taranto, Patrizia Todisco.
La Diocesi del capoluogo ionico intanto, su iniziativa dell’Arcivescovo Monsignor Filippo Santoro, si è data appuntamento nelle prossime ore alle porte del rione Tamburi, in Piazzale Democrito. Da qui comincerà una marcia che si dirigerà verso il quartiere più esposto all’inquinamento dell’Ilva. Conclusione alla Chiesa di San Francesco De Geronimo dove parlerà lo stesso Arcivescovo di Taranto.
All’iniziativa hanno aderito anche i sindacati e il mondo ambientalista e alcuni partiti. Una veglia di preghiera poi, sempre in difesa del lavoro e dell’ambiente, si terrà in serata anche all’interno dell’Ospedale ‘SS. Annunziata’ di Taranto. Per la manifestazione, invece, alla vigilia del Riesame sono state indette di 24 di sciopero all’Ilva di Taranto e 8 a quelle di Novi Ligure.
Due cortei partiranno da altrettante zone della città dal ponte di pietra nella città vecchia e dall’Arsenale della Marina nella città nuova e si dirigeranno verso Piazza della Vittoria dove ci sarà la manifestazione conclusiva con i leader sindacali nazionali di Cgil, Cisl e Uil, Susanna Camusso, Luigi Bonanni e Luigi Angeletti.
Sostegno alla manifestazione dal mondo del commercio. I commercianti che hanno i propri esercizi lungo le vie attraversate dai cortei abbasseranno le saracinesche. Alla manifestazione hanno aderito anche numerosi comuni della provincia che interverranno con i rispettivi gonfaloni. Gli ambientalisti, invece, hanno segnalato al Prefetto, la possibilità di infiltrazioni da parte dei ‘black block’ che dicono “ potrebbero mettere a ferro e fuoco la città”. Da qui la richiesta di un ulteriore sforzo per garantire l’ordine a la sicurezza e scongiurare il rischio di degenerazioni di piazza.
di Barbara Scardigno