LECCE – E’ morto impiccato, nella cella che divideva con altri detenuti, nell’ala di massima sicurezza di Borgo San Nicola. Antonio Giustino detto ‘o cinese’, noto camorrista 52enne di Casoria, era nel carcere di Lecce da circa un anno, condannato all’ergastolo con l’accusa di omicidio e per reati associativi. È successo quando i compagni erano fuori per l’ora d’aria. Avrebbe schermato le piccole grate dello spioncino che dà sul corridoio e si è impiccato con una cordicella alla grata della finestra o al letto a castello. La scoperta del corpo senza vita l’hanno fatta gli agenti della polizia penitenziaria.
In un primo momento era circolata l’ipotesi che qualcuno lo avesse ucciso, ma è stata immediatamente e seccamente smentita dai vertici del carcere, perchè Giustino era da solo ed in una cella indubbiamente chiusa. A dare una prima conferma che ha fatto tutto da solo è stato l’esame necroscopico eseguito dai medici del carcere.
Poi sarà l’autopsia affidata al medico legale Roberto Vaglio a chiarire i contorni della vicenda. In carcere si è recato il magistrato di turno Carmen Ruggiero. È stato comunque aperto un fascicolo, data la caratura criminale di Giustino, condannato a marzo scorso per l’omicidio di Nunzio Esposito, consumato nel 2009. La cronaca racconta che, in genere, ad uccidersi sono i detenuti meno abituati alle durezze del carcere. Dunque, resta la singolarità del suicidio di un esponente della criminalità organizzata come Giustino.