CronacaEconomia

‘Sanitaservice’, ‘Fazzi’ e ‘Città di Lecce’: la sanità brucia

LECCE – E’ un tris di proteste a infiammare la sanità leccese. Da un lato il rischio di smobilitazione di ‘Sanitaservice’ a causa del decreto sulla ‘spending review’, dall’altro i nuovi tagli al sistema sanitario e ospedaliero in particolare, infine, la vertenza ancora insoluta dei lavoratori della clinica ‘Città di Lecce’. Lo stato di agitazione è alle stelle. Dopo aver lottato per ottenere l’avvio di ‘Sanitaservice’, la inhouse della Asl che ha assorbito dalle società esterne gli addetti alla pulizia, ausiliariato, verde e servizi informatici, i lavoratori non ci stanno alla possibilità più che concreta, di uno smantellamento della società. Il decreto sulla ‘spending review’, infatti, è pronto ad abbattersi come una mannaia sulla testa delle partecipate e delle inhouse, “anche quando queste portano risparmi invece che costi aggiuntivi”, è l’accusa dei sindacati.

Gli iscritti alla Usb che hanno partecipato al sit in in prefettura sono pronti a far sbarcare il loro disappunto a Roma, il 26 luglio, quando il decreto verrrà discusso al Senato, mentre saranno a Bari durante il prossimo Consiglio regionale per chiedere ai Consiglieri dei partiti che sostengono il governo Monti di prendere posizione e opporsi a questa parte del provvedimento.

Contro i pesanti tagli al finanziamento del Servizio sanitario nazionale, invece, la Cgil ha indetto una giornata di mobilitazione nazionale. A Lecce, il volantinaggio ha interessato l’ospedale ‘Vito Fazzi’, per chiedere di garantire ai cittadini i livelli essenziali di assistenza (e di qualità), garanzia che deve pesare quanto quella dell’equilibrio di bilancio. “Questo può permettere di aprire una nuova fase per le Regioni, come la nostra,  impegnate nei piani di rientro – ha sottolineato il Segretario generale Cgil di Lecce Salvatore Arnesano – passando dalle logiche dei tagli lineari, dell’inasprimento fiscale e dei ticket, alla riconversione dell’offerta dei servizi e quindi della spesa inappropriata, causa principale dei disavanzi sanitari”.

Per la provincia di Lecce, si chiede di accelerare il processo di attivazione di Servizi sanitari territoriali che sopperiscano alla chiusura dei reparti e degli ospedali. Chiusura che potrebbe interessare anche la sanità privata. È questo che temono i 130 lavoratori dei reparti medico, infermieristico, amministrativo della clinica ‘Città di Lecce’, in assemblea permanente nella hall della casa di cura su via Arnesano, ormai da quasi una settimana. Nonostante la Asl abbia provveduto a erogare al gruppo ‘Villa Maria’ quanto dovuto per il mese di giugno, oltre 2 milioni di euro, gli stipendi per quella mensilità non sono arrivati ancora. È stato chiesto un incontro con il Sindaco Perrone, l’Assessore regionale  alla sanità Ettore Attolini e l’Amministratore del gruppo Ettore Sansavini. “Ma da quest’ultimo non abbiamo ricevuto alcuna risposta – dice Salvatore Caricato, Usb – e questo silenzio ci puzza, visto che stiamo parlando della seconda clinica più importante dell’intero gruppo”.

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