
LECCE – Tutto è partito da una biga. L’insolito mezzo di trasporto, acquistato tempo fa da un 47enne leccese già noto alle forze dell’ordine, ha messo in moto le indagini della Guardia di Finanza.
Gli uomini del Nucleo di polizia tributaria al termine di accertamenti e controlli sooprattutto di carattere econimoco-finanziario, hanno proceduto con il sequestro preventivo di beni mobili, immobili e patrimoniali riconducibili a Lucio Riotti, classe ’65, già condannato per associazione a delinquere di stampo mafioso.
Scontata la pena, uscito dal carcere nel 2006, Riotti avrebbe avviato un’attività in proprio, come procacciatore d’affari. Ma il volume degli stessi non avrebbe giustificato, agli occhi degli investigatori, uno stile di vita al di sopra delle proprie possibilità. Dal ’98 ad oggi avrebbe dichiarato redditi mai superiori a 14 mila euro annui. Inspiegabile, dunque, secondo gli inquirenti, il tenore di vita suo e dei suoi familiari.
A partire dalle proprietà: 3 auto, 6 immobili, adibiti ad abitazioni private, fra Lecce e Carmiano, un terreno agricolo, un garage, un magazzino e 3 attività, ovvero una sala giochi, un centro di intermediazione finanziaria e una ditta individuale, a lui intestata. Altri sequestri hanno interessato i saldi attivi di almeno 4 conti correnti. Tutto per un valore di almeno un milione e 300mila euro. Nell’operazione delle fiamme gialle sono stati coinvolti anche la convivente dell’uomo insieme ai genitori e alla sorella della donna.
Lucio Riotti, definito dagli investigatori un uomo dal passato piuttosto movimentato, almeno dal punto di vista giudiziario, vicino al clan di Gianni de Tommasi, ha saldato il conto con la giustizia. Recentemente le cronache erano tornate a parlare di lui, durante l’inchiesta su presunte infiltrazioni mafiose nel mondo del calcio, occupandosi, nello specifico, del suo ruolo di Direttore sportivo del Racale calcio.
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