Politica

Firma e fuga: il vizietto inossidabile dei consiglieri regionali

BARI – Il brivido di vederli tutti insieme è durato un attimo. Poi più nulla. I Consiglieri regionali non sono avvezzi alle rimpatriate nelle sedute della massima assise regionale. Il ché non creerebbe un problema se non fosse che vengono pagati per esserci. E invece il fuggi fuggi scatta non appena suona l’adunata. Finché l’alzata di mano era l’unico modo per esprimere il voto, poco si poteva notare. Ma ora che il led luminoso, impietoso, registra il numero dei presenti in Aula al momento del voto, le fughe vengono a galla. Il responso, dunque è questo: in due anni e mezzo 70 tutti insieme si sono visti solo nelle prime due sedute del Consiglio, quelle in cui si dovevano eleggere il presidente e i segretari. Il numero dei presenti è andato calando man mano che passavano i mesi. Il picco più basso è stato registrato in una desolante seduta del 22 Novembre 2011: in Aula, tra maggioranza e opposizione, c’erano solo 38 eletti.

La media dei presenti al momento del voto, nelle 59 sedute, è di 54 consiglieri. E allora perché arrovellarsi tanto sulla modifica da apportare allo Statuto, se il taglio è già nei fatti prima ancora che sulla carta? L’Aula ha votato per i 60 scranni (e pure nella seduta che votava i tagli i presenti erano solo 54 nel momento più popolato), il premier Monti si è appellato alla consulta per arrivare a 50.

Ma il taglio, come si diceva, è già concretizzato. Se c’è una cosa che accomuna centrodestra e centrosinistra, tra l’altro, è proprio la fuga durante i lavori. Il 2012, nei primi sei mesi, fa intravedere l’anno peggiore dal punto di vista delle assenze. Pochissime volte si è raggiunta quota 60 presenti.

Ma il punto è anche un altro. Gli assenti ingiustificati, infatti,  dovrebbero essere puniti con una decurtazione di 250 euro per ogni riunione saltata, ma l’unico modo di accertare l’assenza è la mancanza della firma ad inizio lavori. Quindi lo schema è questo: si entra, si firma, si va via. E chi invece non si dirige verso altri lidi, organizza una serie di incontri e appuntamenti negli uffici del palazzo mentre al pianterreno i lavori vanno avanti.

Quindi al dunque,  in Aula lavorano i soliti noti, le firme sui registri ci sono tutte e i 250 euro non vengono decurtati a nessuno. Se dovessimo stare alla media dei presenti, 54, e dunque avessero tagliato in questa legislatura 16 consiglieri che di Via Capruzzi non intendono sentir parlare, avremmo totalizzato fino ad oggi un risparmio di 3 milioni di euro all’anno. Non certo bruscolini.

Mary Tota

 

 

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