LECCE – Sono state un fulmine a ciel sereno le telefonate che hanno preannunciato i 18 licenziamenti tra gli operatori addetti alle pulizie nell’Ateneo salentino. Così, senza una motivazione, senza aver specificato i criteri di scelta e senza aver provato a salvare in altro modo i livelli occupazionali.
È con questa pesante novità che fa i conti la vertenza dei 101 dipendenti del consorzio Conesp, a cui è stato temporaneamente affidato il servizio dall’Università del Salento che, però, su indicazione del Ministero dell’Istruzione, ha dovuto procedere ad un taglio del monte ore dell’appalto.
Da 123mila a 90mila ore l’anno, con una sforbiciata di 33mila ore di lavoro che dev’essere spalmata su tutti gli operai. L’alternativa all’incidere sui livelli occupazionali c’era ed è stata posta sul tavolo dai sindacati nelle scorse ore: accesso alla cassa integrazione in deroga per ricolmare la perdita di reddito che deriverebbe dalla riduzione delle ore di lavoro per ciascuno. L’azienda, però, ha rifiutato, chiedendo alle organizzazioni sindacali di farsi carico di un eventuale diniego da parte della Regione Puglia alla concessione degli ammortizzatori sociali. Da qui l’iniziativa, considerata arbitraria e illegittima, dei licenziamenti.
E’ questo il punto da cui ripartire, per i sindacati: tutti i licenziamenti saranno impugnati. E nonostante il Conesp abbia assicurato il loro ritiro, nell’incontro in mattinata con il Direttore generale Emilio Miccolis, “non si può far finta di non vedere”.
L’Università, infatti, ha garantito l’ampliamento dei servizi nel nuovo bando che sarà pubblicato ad ottobre e sarà della durata di 4 anni. Per questo è importante non modificare gli attuali contratti di lavoro, perchè potranno essere ridiscussi e solo in senso migliorativo, solo con l’azienda che si aggiudicherà la gara in modo definitivo.
di Tiziana Colluto