
LECCE – Dieci, cento, mille Andy Warhol. Il Vesuvio, un’immagine che si ripete all’infinito eppure mai uguale a se stessa. È su questa che hanno lavorato i ragazzi dell’Accademia delle Belle arti di Lecce e dei licei nei laboratori voluti dalla Provincia e che si sono tenuti a San Francesco della Scarpa, dove la grande tela del maestro della Pop art, proveniente dal Museo di Capodimonte, rimarrà per qualche giorno ancora. Un quadro per rappresentare il tragico terremoto del 1980 nel napoletano, carico di intensità, di significato, riprodotto con la serigrafia perchè l’opera basta sì a se stessa, ma non per comprendere l’arte contemporanea.
È per questo che il dipartimento di educazione del Castello di Rivoli, che ha dato vita al primo museo di quest’arte in Italia, ha ideato i corsi per interagire con l’opera, entrare nel quadro e tradurlo, moltiplicandone l’immagine in seria ma in modo sempre diverso, perchè la serigrafia è tirata a mano, perchè cambia lo sfondo e cambiano i colori utilizzati.
Dalle prime battiture a colore unico alle seconde con le stampe fuori registro. È così che il Vesuvio da icona seriale torna a recupareare l’unicum, tramite l’esperienza della riproduzione fatta anche qui, a Lecce.
di Tiziana Colluto
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