LECCE – Vino e olio sono ricchezze assolute, per il Salento. Che però è un piccolo territorio, nella grande Unione Europea: eppure se c’è un settore nel quale l’Europa detta legge agli stati nazionali è proprio quello dell’agricoltura. Lo si è visto qualche anno fa, quando una decisione per lo meno singolare di Mariann Fischer Boel, Commissario europeo all’Agricoltura, mise a rischio uno dei prodotti salentini più importanti, il vino rosato: che, per gli eurocrati, si poteva ottenere anche miscelando il bianco e il rosso. Una bestemmia enologica, per chi si intende di vino.
Ora quel rischio sembra definitivamente scampato: a darne assicurazione è lo stesso successore della Fischer Boel, Dacian Ciolos, che proprio nella Cantina Due Palme di Angelo Maci ha assaporato il rosato salentino.
Il commissario europeo Ciolos è nel Salento per partecipare al congresso nazionale della CIA, che si tiene a Lecce in questi giorni, dove il commissario europeo Ciolos, il presidente della commissione agricoltura del parlamento europeo, Paolo De Castro, e il ministro italiano all’agricoltura Mario Catania stanno ragionando soprattutto dell’altra ricchezza di questa terra: l’olio. Una ricchezza messa a rischio dalle frodi, dalle sofisticazioni, e anche dai prodotti che arrivano dal sud del Mediterraneo.
Da Lecce a Cellino, poi, per la delegazione il passo era breve. E anche doveroso, visto che la Due Palme è un modello nella capacità di intercettare finanziamenti, come dimostra il fatto che la cantina guidata da Maci è la quarta azienda italiana per fondi ottenuti dal Fesr. Ma è anche una realtà produttiva a sé stante: uno dei rari esempi di cooperative che riescono a raggiungere grandi dimensioni e ad aggredire i mercati con fantasia e un intelligente uso del marketing: ad esempio, la promessa di venire a Cellino venne fatta da Ciolos a Maci nell’ultimo Vinitaly.