LECCE – Si era confuso con gli altri naufraghi, aveva ricevuto i soccorsi, era stato tratto in salvo, ma la messa in scena non lo ha portato lontano.
È stato sufficiente ascoltare i superstiti per chiarire il ruolo di Gamal Saoud, 41enne tunisino, arrestato a poche ore dalla tragedia nelle acque di Santa Maria di Leuca. L’uomo risponde di naufragio colposo, omicidio plurimo e immigrazione clandestina.
Sarebbe stato lui a condurre i migranti attraverso il Canale d’Otranto, diretti verso le coste salentine.
3mila, 3.500 euro a testa per la traversata a bordo di un gommone, partito dal porto greco di Alexandropolois. Sul natante almeno 11 persone, tutte nordafricane, avrebbero viaggiato stipate.
All’improvviso, a cinque miglia dalla costa, il gommone è andato a picco. In mano allo scafista le carte nautiche, ma su di esse, stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, non erano segnate le secche, le stesse che hanno provocato la tragedia in mare.
Una volta squarciato il fondo in vetroresina e a seguire il tubolare, il gommone è colato a picco, e con esso il suo carico umano: dei migranti a bordo, quattro si sono salvati, gli altri 7 risultano dispersi: fra essi due minori.
Le ricerche sono ancora in corso: le operazioni le sta coordinando la Capitaneria di porto di Gallipoli. Mezzi aerei e navali della Guardia costiera, della Guardia di finanza, di polizia e carabinieri, stanno setacciando la zona.
Il raggio dei controlli si è ulteriormente ampliato, verso la costa settentrionale. Le buone condizioni meteo-marine stanno sicuramente agevolando i lavori ma al momento, dei dispersi non vi è ancora alcuna traccia.
Stanno bene i quattro immigrati tratti in salvo subito dopo il naufragio: due sono attualmente ospitato al Centro ‘Don Tonino Bello’ di Otranto, un 17enne è stato trasferito in una casa-famiglia, il quarto, ovvero lo scafista arrestato, è stato invece trasferito a Borgo San Nicola.