Cronaca

Lng licenzia tutti e lascia Brindisi

BRINDISI – Sarà stata la condanna di primo grado con la confisca del cantiere di Capobianco forse a convincere la Brindisi Lng a sbaraccare tutto e abbandonare il progetto del rigassificatore a Brindisi. Sarà stato che la società inglese ha capito che mancava la volontà popolare visto che i Consigli provinciale e comunale si erano opposti all’ impianto almeno in quell’area del porto. A questo si aggiungono le manifestazioni di piazza.  E così la Lng non solo chiude gli uffici in viale Regina Margherita, ma porta via tutto e  il 18 giugno prossimo lascerà anche l’immobile.

A Brindisi non ci sarà più nessuno, anche l’addetto alla comunicazione Loredana Caponio ha concluso il suo incarico ed ha lasciato la città. Licenziati tutti, ora sono rimasti solo due ragazzi che stanno provvedendo a liberare gli uffici. La società ha deciso di non investire più su questo progetto, dopo 11 anni ha mollato.

L’iter amministrativo e delle autorizzazioni negli ultimi tempi stava subendo un’ accellerata a Roma, lo stesso non può dirsi sul territorio con il comitato tecnico regionale che non aveva concesso il Nof. Ma dalla capitale per l’azienda arrivavano segnali positivi, con il governo che parlava di Brindisi come un progetto strategico per l’ esigenze energetiche nazionali. Ma a mettere un freno ci ha pensato la magistratura brindisina il 13 aprile scorso ha emesso la sentenza sulla confisca del cantiere di Capobianco e della colmata.

La Lng ha annunciato ricorso, ma nello stesso tempo qualche giorno prima della sentenza, aveva dichiarato anche di non essere più interessata a Brindisi, molti pensarono si trattasse di una strategia e forse la società ci ha anche provato. Ma ora la decisione appare definitiva. Il capitolo per ora è veramente chiuso.  A Brindisi per il momento l’unica traccia che resterà della società inglese è la grande colmata di cemento sullo costa a Capobianco. E’ una lunga battaglia che ha diviso comunità, politici e sindacati per 11 anni.

di Lucia Portolano

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