EditorialiPolitica

Lecce2017, l’assenza della pianificazione politica ed anche dei candidati

LECCE- Se fossimo una grande città ed esistesse il voto d’opinione le due coalizioni tradizionali non avrebbero speranze ma Lecce, essendo una città/paese, può ancora garantirsi un consenso orientato e consortile. La politica esiste quando ha pianificazione, strategia e tattica ma se queste tre basilari regole sono ignorate, ha la meglio l’improvvisazione, il tirare a campare e la speranza, da parte del centrosinistra e del centrodestra, che la gente scelga il mare alle 5 stelle. Come in Italia si è ormai consolidato il Tripolare anche in periferia sarà così. Se i tradizionali partiti in questi ultimi 10 e 5 anni non hanno costruito ne il successore di Perrone, ne la proposta per l’alternanza alla congrega di questo, i grillini non sono stati da meno. Cinque anni fa un risultato amministrativo che ha prodotto alcun consigliere comunale ma certamente un senatore. Infatti nel 2012 candidato alla sfida di Palazzo Carafa fu un giovane avvocato dal nome Buccarella che, se pur non eletto primo cittadino avesse portato a casa il minimo risultato per strappare il seggio da consigliere comunale, considerate le regole grilline, mai sarebbe divenuto senatore. La sconfitta politico amministrativa determinò la successiva personale vittoria parlamentare. Al risultato delle scorse elezioni amministrative per Lecce città, nettamente negativo per il movimento del comico di Genova, non ha fatto seguito una strategia per costruire, in 5 anni, un personaggio leader che potesse supplire, con la propria forza, all’assenza del voto d’opinione di questo territorio.

La cosa ancor più grave è però rappresentata da chi da 20 anni non riesce ad individuare un candidato credibile e trasversale, così come chi governa da due decenni Palazzo Carafa, a scadenza del secondo è in una impasse di famiglia. Le due maggiori colazioni sembra che gareggino per chi la fa più grossa. Il Pd individua un esponente della società civile ma questo fa uno “scherzo da Prete” e li saluta per l’approssimazione con cui si è tentato di costruire il percorso della candidatura. Ad oggi il centro sinistra rinvia di settimana in settimana la convocazione del tavolo e subisce l’affronto dell’ex presidente della provincia di Lecce, Giovanni Pellegrino, di indicare un giovane per nulla formatosi nella sinistra o nell’amata fgci. Come dire: “Cari compagni, non avete capito un…”.

In tv salta il protagonista dello “scherzo da Prete”, il Presidente della Camera di commercio l’annuncio lo fece in una nostra edizione delle 2030 di alcune domeniche fa ed in diretta Tv il segretario Piconese, giorni fa, sentenziando sulle domande, come se fosse un interrogatorio poliziesco, tenta di dire che si sta lavorando per trovare una soluzione, o per meglio dire, un nome ma la più grande difficoltà che oggi ha il Pd è rappresentata proprio dai nomi che hanno una storia professionale con la non remota possibilità che ogni personalità dica: no, grazie non posso correre il rischio di aver costruito una credibilità e sgretolarla con l’insipienza politica. Se questi non hanno quindi costruito l’alternativa al centrodestra, questo non solo non ha creato “la successione” ma ha innescato una guerra di famiglia con incesti impossibili.

Tutto taceva dopo il “Perrone/Pensiero” , cinque nomi sono solo mia idea disse il primo cittadino uscente nel corso del secondo tavolo di coalizione, sino a quando, nuovamente la tv, non ci mette del suo, prima facendo emergere il sogno segreto e quasi “vitale” del coordinatore regionale di Forza Italia e poi, “imponendo” ma il verbo si legga con le virgolette, al segretario provinciale dei conservatori e riformisti, Gabellone, di chiedere un terzo tavolo sul quale tutti i partiti della coalizione portare proposte di nomi. In tal modo il fittiano , anche Presidente della Provincia, dichiara sommessamente ma non tanto, di non accettare la scelta dei berlusconiani di volere un loro nome, nella persona di Messuti, e contemporaneamente non ufficializza come, lista dei Cor, la lista dei 5 nomi di Perrone. Il 10 novembre il tavolo del centrodestra definito televisivamente, ancora incerto quello del centro sinistra. I 5 stelle sperano di convincere una magistratura che per ovvii motivi non può esser minorenne, a buon intenditore poche parole, mentre le altre due coalizioni navigano tra le reti a strascico e possibili pugnalate familiari. Ecco perché, se ci fosse un voto d’opinione , molti protagonisti dell’attuale quadro amministrativo rischierebbe di “prender i vuoti” anziché il consenso. La politica è come una canzone che cercava un’isola che, però, non c’è …

Tra famiglie, componenti, ditte e fraterni rapporti rischiate di costruire il vostro, ma non il nostro futuro, per un’idea di città che ci porti realmente al 2022 …

Cordialmente Giuseppe Vernaleone

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