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Consorzi di bonifica: basta cartelle pazze. Il sit-in

UGENTO – In riva al mare, nei campi fotovoltaici, davanti agli ospedali, in treno e ora, l’ultima tappa in ordine di tempo, è nella campagna del sud Salento.

Il Movimento Regione salento continua così la mappatura delle criticità del territorio. Questa volta ha dato appuntamento a tutte le parti politiche, ai sindaci, agli amministratori, alle associazioni di categoria, davanti al consorzio di bonifica Ugento Li Foggi.

Il tema è quello delle “cartelle pazze” con cui viene chiesto ai cittadini di pagare anche per servizi non ricevuti, il famigerato contributo 630, quello a carico di tutti i proprietari di immobili che semplicemente rientrino nel comprensorio di bonifica.

Tre anni fa ha parlato chiaro anche la Corte Costituzionale: si versa il contributo se si trae un vero beneficio dall’attività di bonifica.

Una batosta in più, all’apparenza immotivata, per gli agricoltori salentini e pugliesi già messi in ginocchio da xylella e pandemia.

Presenti i Consiglieri Regionali Paolo Pagliaro, Capogruppo de La Puglia Domani e Presidente del Movimento Regione Salento, Antonio Gabellone di Fratelli d’Italia, Paride Mazzotta di Forza Italia e Gianni De Blasi della Lega.

Antonio Gabellone: “Il Consorzio di bonifica Ugento li Foggi dimostra come non ci sia corrispondenza tra il servizio offerto e la riscossione. Ma vogliamo porre l’accento anche sulla modalità di questa riscossione che spesso, per cifre molto contenute, si arriva ad un fermo amministrativo che paralizza l’attività di un agricoltore. Allora è necessario fermarsi, azzerare tutto e ragionare su quello che è giusto e doveroso fare, ragioniamo sulla rivisitazione dei Consorzi perché alcuni di questi in altre zone della Puglia funzionano: non si capisce perché nel Salento no”.

Paride Mazzotta: “Siamo davanti ad una situazione paradossale. Molti cittadini si vedono recapitate cartelle senza aver ricevuto alcun beneficio. E spesso proporre un ricorso costa di più rispetto al pagamento richiesto. Siamo qui a chiedere, allora, al governo regionale e all’Assessore Pentassuglia di cancellare tali richieste di pagamento”.

Gianni De Blasi: “Andare avanti così non è più sostenibile: a dicembre 2020 la Regione Puglia ha dovuto erogare altri 10 milioni di euro per ripianare i debiti dei Consorzi. In pratica è come tassare il cittadino per due volte. Il tutto lasciando inalterati gli stipendi dei quadri dei funzionari che molto spesso sono superiori ai funzionari della Regione stessa. Non ce la prendiamo con i poveri operai che lavorano nei Consorzi, bensì è necessario rivedere le spese poiché non devono esserci posti in cui vengono assorbiti coloro che hanno terminato un’esperienza politica, o gli amici degli amici”.

Alla richiesta di Pagliaro di convocazione della IV Commissione consiliare Agricoltura, per chiedere l’audizione dell’assessore al ramo Pentassuglia e del presidente Emiliano, si aggiungerà la voce dei sindaci. Tra gli audendi ci saranno, infatti, anche i primi cittadini di Nociglia (Massimo Martella), Botrugno (Silvano Macculi), stamane presenti durante la manifestazione anche in rappresentanza dei loro colleghi di Giuggianello (Luca Benegiamo), Sanarica (Salvatore Sales), San Cassiano (Gabriele Petracca), Supersano (Bruno Corrado) e di Surano (Salvatore Puce).

“Un problema atavico, quello dei Consorzi di bonifica –dice Paolo Pagliaro– che purtroppo non danno alcun servizio, trasformandosi in veri e propri baracconi. Molto spesso, anzi, per usare una metafora, cercano di lanciare una rete in mare e a strascico raccolgono tutto quello che riescono a raccogliere sfruttando la buonafede e l’onestà dei cittadini. Tutto questo è inaccettabile perché anche se si tratta di piccoli importi, questi vengono comunque chiesti a una platea enorme di persone e che servono solo e soltanto per risanare il proprio bilancio o per pagare gli stipendi di questi inutili carrozzoni. Queste cartelle vanno immediatamente annullate. Una richiesta immediata, nel frattempo, è come detto quella di revocare immediatamente queste cartelle pazze che stanno mettendo in difficoltà tante persone. Oltretutto ciò avviene mentre lo Stato, vista l’emergenza in corso, ha deciso di bloccare la riscossione per un lungo periodo. In Puglia, invece, stranamente si lanciano queste cartelle solo per fare cassa: combatteremo per avere immediatamente una risposta”.

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