Politica

Nella notte la resa: sulla doppia preferenza deciderà il Governo. La Puglia non vota

BARI – La resa arriva di notte, alle 1:04. Dopo una ennesima interruzione di oltre un’ora per tentare di trovare una soluzione che rimuovesse il blocco dei 2mila emendamenti, il presidente del gruppo del Partito Democratico annuncia che: “Sarà il Governo a decidere”. La Puglia, dunque, non decide. Non approva la legge sulla parità di genere.

Il Governo nazionale aveva diffidato il Consiglio regionale pugliese: avrebbe dovuto adeguare la propria legge, prevedendo appunto la parità di genere nelle liste dei candidati, nell’ultima seduta dell’assise. Ultima possibilità rimasta. Ma nemmeno dodici estenuanti ore di lavoro l’accordo è stato trovato.

La polemica è divampata ugualmente e più corposa. “E’ una vergogna, non è possibile che il Consiglio regionale abdichi al Governo” ha tuonato il consigliere forzista Marmo che così dà il suo addio all’assise.

Ignazio Zullo, Fratelli d’Italia, ha chiesto di mettere ai voti la proposta presentata in nottata per tentare di accordare le parti, bloccate dai 1946 emendamenti presentati da Fratelli d’Italia per ostruzionismo. Prevede: la doppia preferenza, il rapporto 60/40 nella lista tra i candidati dei due sessi, se non rispettato è prevista una sanzione pecuniaria. E questo in vigore già in questa tornata elettorale. Dalla prossima legislatura, invece, è introdotto l’inasprimento attraverso l’inammissibilità delle liste che non rispettino il rapporto 60/40.

Per i 5 Stelle il problema che ha indignato la maggioranza fino allo strappo finale, è l’approvazione dell’emendamento che esclude la possibilità per esperti come Pierluigi Lopalco, di candidarsi senza prima dimettersi dall’incarico di consulente dell’Ente.

Della maggioranza è intervenuto l’assessore democratico Raffaele Piemontese che ha ricordato come la Puglia sia l’unica Regione a non aver introdotto la parità di genere adeguanto la propria legge a quella nazionale. L’emendamento proposto dal centrodestra, per Piemontese, è “monco” perché prevede “la doppia preferenza da subito ma nelle liste si possono presentare otto candidati tutti uomini senza sanzioni rilevanti. Le sanzioni – ha aggiunto – sono rimandate al 2025. Qualora venga approvato questo emendamento, potremmo avere sì la doppia preferenza ma non ci adeguiamo alla legge nazionale perché in alcune province le liste possono essere tutte con candidati di un solo sesso”. L’inammissibilità delle liste sarebbe stata una garanzia, ha sottolineato. “Si sarebbe potuta approvare all’unamimità una legge con soli due aspetti: doppia preferenza, rapporto 60/40 pena l’inammissibilità. Con quell’emendamento monco ci sarà comunque l’intervento del Governo nazionale”.

La votazione di uno degli emendamenti, alle 1:36 ha registrato la mancanza di numero legale. Un’ora dopo nulla cambia. Si chiude così la X legislatura. Ora sarà il Governo centrale a subentrare nelle decisioni che la Puglia non ha preso.

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