GALLIPOLI-Chiuse le indagini sull’inchiesta che ha portato al sequestro del lido Zen a Gallipoli. Sono 10 gli indagati che dovranno rispondere, a vario titolo, di abusivismo edilizio, distruzione o deturpamento di bellezze naturali, lottizzazione abusiva, opere eseguite in assenza di autorizzazione o in difformità da essa, occupazione del demanio marittimo, ma anche abuso d’ufficio e falsità ideologica.
Il 27 febbraio scorso erano scattati i sigilli per uno dei più noti stabilimenti balneari di Gallipoli, in località Baia Verde. I militari della guardia costiera avevano eseguito un decreto di sequestro preventivo disposto dal gip Michele Toriello e richiesto dal pubblico ministero Elsa Valeria Mignone.
In particolare a cadere sotto i riflettori un “imponente manufatto destinato a chiosco-bar, laboratorio, deposito e servizio igienico, coperto da un porticato con due scale in ferro, ed ancora altro manufatto adibito a servizi igienici-infermeria-docce, camminamenti e pedane». Il tutto destinato, oltre che a stabilimento turistico balneare, anche ad attività ricreative di intrattenimento musicale in orari notturni: discoteca all’aperto e location per matrimoni, in area protetta da vincoli paesaggistici”.
Tra gli indagati il gestore dello stabilimento, i soci, la titolare del lido in qualità di committente dei lavori, un tecnico progettista e alcuni funzionari del comune di gallipoli: il dirigente del settore urbanistico, il responsabile del procedimento, le dirigenti dell’ufficio tecnico e dell’ufficio demanio del comune che avrebbero rilasciato le concessioni e le autorizzazioni per le attività di intrattenimento.
Del collegio difensivo fanno parte, tra gli altri, gli avvocati Pompeo Demitri, Luigi Covella, Americo Barba.