Attualità

CuoreAmico “a casa” di mons. Seccia: “Pubblicizzare la carità per farne una mentalità”

LECCE – In una Piazza Duomo che, nell’atmosfera surreale del lockdown, appare più bianca e maestosa che mai, a rompere il silenzio arriva la carovana solidale di CuoreAmico. Due furgoni carichi di generi alimentari, quelli che, dall’inizio dell’emergenza sanitaria da Covid, stanno percorrendo il Salento senza sosta, consegnando, tappa dopo tappa, un po’ di speranza, cercando di non lasciare nessuno indietro e garantendo a quante più famiglie possibile di portare ogni giorno un piatto in tavola.

Oggi, ad accogliere i pacchi, c’è un padrone di casa d’eccezione: mons. Michele Seccia, arcivescovo metropolita di Lecce, che si è rimboccato le maniche e ha aiutato a scaricare i pacchi. Con lui, gli amici e gli operatori della Caritas diocesana, con in testa don Attilio Mesagne. Perché saranno loro a smistare la spesa, frutto della grande raccolta alimentare promossa dalla onlus, da 20 anni braccio operativo di TeleRama per il sociale, che in questi giorni ha incontrato parroci, associazioni, amministrazioni comunali, e soprattutto famiglie. 10Mila pacchi sono già stati donati, ma c’è ancora tantissimo da fare. Per questo, CuoreAmico ha iniziato a raggiungere direttamente anche i vescovi. Dopo mons. Angiuli a Ugento, è la volta di Lecce. La fotografia del momento ritrae una situazione drammatica, di bisogno estremo e di nuove e inedite fragilità.

“La cassa integrazione non è ancora arrivata, c’è una platea vastissima di dipendenti privati che ancora non hanno ricevuto gli stipendi di marzo e aprile, la situazione è complicata -dice, parlando con il vescovo, il presidente della onlus, Paolo Pagliaro– E anche giovani avvocati, commercialisti, partite iva, commercianti. Tutti fermi. E due mesi pesano. Ecco perché bisogna allargare la platea, non considerando solo le povertà di sempre, e cercare di capire come fare a raggiungere tutti”.

“Gli operatori Caritas conoscono bene le persone che da sempre sono in difficoltà – ha risposto mons. Seccia- io penso che proprio questa pubblicizzazione potrebbe avere un effetto positivo, è un appello a chi ne avesse bisogno e magari non ha il coraggio di presentarsi a chiedere.

Noi agiamo con delicatezza, possono chiamare don Attilio o il vescovo -il mio numero l’ho dato da sempre- e si fa quel che si può. Mi auguro che, nonostante l’aridità di questo tempo e la paura della pandemia, si risvegli il senso della socialità, della vita comune, della comunità, quando uno sta male gli altri si adoperano; quando uno sta bene, pensa a chi ha bisogno. Condivisione che diventa valore positivo per la società. Non per pubblicità, ma per creare mentalità. È vero che la carità si fa nel silenzio, ma la carità deve anche educare alla sensbilità sociale, sia chi sta male che chi sta bene. Non sono solo i soldi che risolvono i problemi, ma lealtà nel dare e nell’accogliere, da chi dona e da chi riceve. Allora si costruisce davvero una società migliore. Ecco perché ho aderito più che volentieri a fare questa presentazione proprio davanti alla cattedrale. Non si tratta di pubblicità, ma di dire “Le porte sono aperte”, perché senza timore, attraverso i parroci, gli operatori della Caritas, i diaconi permanenti, la carità comincia ad avere le gambe per venire o per andare. Più ci sentiamo uniti e tutti a disposizione gli uni degli altri, più possiamo guardare con speranza al domani, oltre questa pandemia, che già ci sta lasciando tanti punti interrogativi, sta creando perplessità nelle famiglie. E allora la positività di questa azione deve alimentare la speranza: possiamo sperare, andare avanti, diamoci la mano e continuiamo a camminare ognuno con le proprie responsabilità. CuoreAmico ha già promosso tante iniziative. Non è solo un cuore amico, ma un cuore grande grande grande, perché la sensibilità cresce, diventa operosità, creatività, ricerca di nuove iniziative. È una promozione di generosità. Attraverso anche le tante ditte che hanno partecipato, certo, però c’è anche chi va a sollecitare, chi fa una raccolta -è chiaro- non per creare un magazzino, ma per creare l’agorà della condivisione e questa è la piazza della condivisione”.

Va da sé che CuoreAmico ha bisogno ancora del sostegno di tutti. Partecipate alla raccolta alimentare usando il cc 800 della Banca Popolare Pugliese o effettuando un versamento, usando l’iban IT78H0526216080CC0800000800, con la causale “emergenza coronavirus aiuto famiglie distribuzione alimentare”. Per informazioni e richieste, è attivo il numero 350 0410751.

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