SALENTO- L’assistenza domiciliare per i pazienti Covid sarà avviata non da maggio ma dalla prossima settimana attraverso le unità speciali di continuità assistenziale, le USCA, squadre di medici e operatori sanitari.
Da domani saranno pronti i kit di dispositivi di protezione individuale per 400 operatori di tutte le ASL pugliesi. Ciascuna squadra riceverà nella fase iniziale un kit di 5 tute, due visiere, 2 occhiali, 100 maschere chirurgiche, 50 mascherine Ffp2 e 100 paia di guanti.
“Dopo i corsi di formazione, completeremo la dotazione organica delle Usca – spiega Vito Montanaro, direttore del dipartimento Salute della Regione – anche grazie alla programmazione con i comitati permanenti di ciascuna Asl. Dopodichè porteremo a regime le attività”.
“Ieri – ha detto Rodolfo Rollo, Dg della Asl Lecce – abbiamo approvato il piano con i sindacati in sede di Comitato aziendale. Oggi abbiamo firmato la delibera di attuazione e dalla prossima settimana, dopo la sottoscrizione dei contratti e la formazione, potremo partire con le prime 8 USCA”, su complessive 11.
“In provincia di Brindisi – dice il direttore generale della Asl, Giuseppe Pasqualone – è stato avviato il percorso organizzativo per le Usca: da lunedì 27 aprile saranno operative le prime squadre”. Secondo Stefano Rossi, DG della Asl Taranto “già domani i primi medici sottoscriveranno i contratti di assunzione e cominceranno la formazione. All’esito della formazione potranno essere sul campo già dall’inizio della prossima settimana”.
Intanto, Cittadinanzattiva Tribunale per i diritti del malato di Lecce, tramite il coordinatore territoriale Angelo Oliva, rileva che per le Usca “non sono stati ascoltati preventivamente gli ordini dei medici e le associazioni di volontariato come la nostra, che sono poi quelle organizzazioni che vivono quotidianamente le problematiche dei pazienti Covid e non Covid e che avrebbero potuto fornire suggerimenti utili per un avvio rapido consapevole e collaborativo”. Inoltre, il Tdm esprime la ferma contrarietà all’annuncio del blocco delle visite non urgenti sino al 31 agosto nei vari ospedali: “Ciò – dice Oliva – produrrà effetti negativi e preoccupanti per la salute dei tanti cittadini che affetti da varie patologie e che sono in cura da anni e bisognevoli di continui controlli, esami strumentali adeguamento della terapia e interventi vari si vedranno negare il diritto di accedere ai relativi servizi con l’evidente possibile aggravio della propria condizione e ciò è inaccettabile, in particolar modo per i malati cronici che necessitano di assidui controlli. Tutto ciò comporterebbe il deprecabile aumento delle liste di attesa”.