Cronaca

Rinforzamento del cordone dunale, dopo il no della Soprintendenza il Tar dà ragione al Comune di Otranto

OTRANTO- Il Tar di Lecce ha dato ragione al comune di Otranto sospendendo l’efficacia del parere espresso dalla Soprintendenza che aveva, di fatto, bloccato l’esecuzione di un progetto per il consolidamento e la ricostruzione dei cordoni dunali in prossimità della foce a mare del Lago Alimini Grande, per un’estensione di 1 chilometro e mezzo. Si tratta di interventi di ingegneria naturalistica volti ad una rigenerazione della vegetazione dunale, la chiusura di alcuni varchi attraverso le dune tramite l’installazione di staccionate in pali di castagno e l’apposizione di palizzate a tutela del piede dei cordoni dunali dall’erosione. La zona dell’intervento interessa il litorale ricadente nel SIC Alimini. Il progetto è stato finanziato dalla Regione Puglia con un contributo di € 285.667,00 con lo scopo di recuperare degli habitat maggiormente interessati da minacce di natura antropica.

La Soprintendenza, pur sostenendo di condividerne gli obiettivi, si era in qualche modo messa di traverso sul questo progetto imponendo quale condizione del proprio parere favorevole che tutte le opere fossero realizzate in egual misura in tutti i tratti costieri, compresi quelli interessati da stabilimenti balneari, e che vi si potesse dare corso solo dopo l’avvenuto smontaggio di tutti gli stabilimenti ivi insistenti.

la Regione Puglia prevedeva però, come sempre in caso di interventi finanziati, tempi di realizzazione assolutamente incompatibili con le condizioni imposte. Il comune, rappresentato dall’avvocato mauro Finocchito, che ha fatto ricorso al Tar che ha lo ha accolto esprimendo quindi parere favorevole al progetto.

L’ordinanza del TAR ha condiviso le argomentazioni della difesa del Comune, stabilendo che “le prescrizioni in contestazione – ovvero quelle apposte al parere favorevole espresso sul progetto … non appaiono coerenti con la funzione esercitata, atteso che l’estensione dell’intervento di riqualificazione ambientale “a tutto il litorale interessato” e – a maggior ragione – la previa rimozione di tutte le strutture a servizio degli stabilimenti balneari in essere, comporterebbero una radicale trasformazione del progetto di riqualificazione degli habitat costieri cosi come proposto ed approvato, sia con riferimento al diverso e ben più consistente impegno finanziario richiesto, sia soprattutto con riferimento alla tempistica di realizzazione dell’intervento programmato, non compatibile (oltre che con la rimodulazione del progetto) con l’attività di rimozione di tutti gli stabilimenti balneari”; e conseguentemente ne ha disposto la sospensiva “sia in ragione della conseguente perdita del finanziamento, sia in ragione dell’interesse pubblico prevalente alla realizzazione dell’intervento”.

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