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Covid, la macchina super veloce per i tamponi è ferma a Lecce. La Asl ha le mani legate

BARI – Quella che vedete è la macchina più contesa in questo momento in Italia. E’ prodotta a Modugno, dalla Masmec, e permette di effettuare 24 tamponi in un tempo inferiore rispetto a quello che oggi è impiegato nei laboratori per refertarne uno solo. A Lecce c’è ma è ferma. La Asl, suo malgrado, ha le mani legate.

Una macchina nata per un’altra funzione – quella di estrarre il Dna – e ritarata a tempo di record per estrarre Rna come necessario per la diagnosi da coronavirus. Significa poter risparmiare tempo e fatica ai medici che ogni giorno, per effetto del covid 19, nei laboratori, sono sommersi dai tamponi da analizzare. Diagnosi più veloci, insomma. Non un fattore da poco se consideriamo che, oggi, la Puglia viaggia su un numero di tamponi giornalieri che oscilla tra i 1100 e i 1500. A volte anche più.

In fabbrica ne erano disponibili non più di una decina. Quattro di questi macchinari sono stati acquistati dal governatore del Veneto Zaia, nonostante il tentativo del presidente della Regione Puglia Michele Emiliano di utilizzarli in tutti i laboratori pugliesi della rete Covid. Di pronte e consegnate, quindi non più in “rodaggio”, ce ne sono tre. Si consideri che costruire uno solo di questi macchinari, richiede due mesi di tempo.

La prima macchina è andata al Policlinico di Bari, che ha effettuato con l’azienda produttrice la taratura per questo scopo, un’altra è all’Istituto Zooprofilattico di Putignano e serve per refertare i tamponi del foggiano e un’altra è a Lecce, al Vito Fazzi. Una buona notizia? Non proprio. Perché la macchina è ferma. La Asl di Lecce ha le mani legate. Non può utilizzare la macchina che alleggerirebbe e sveltirebbe di moltissimo il test dei tamponi di tutta la provincia. Non può usarla perché non è di sua proprietà e, quindi, è finita, suo malgrado, in un vicolo cieco.

Questi i fatti: la macchina, in un periodo precedente all’inizio dell’epidemia di Covid in Italia, è stata presa in prova da un’azienda privata per un progetto sperimentale. L’azienda in questione ha chiesto alla Asl di Lecce lo spazio e due medici analisti che, terminato il turno di lavoro, si sarebbero concentrati su questo progetto di ricerca.

E così è stato, finché l’emergenza covid non ha imposto lo stop del progetto per l’impossibilità dei medici di avere del tempo da dedicare ad altro che non fosse l’analisi dei tamponi dei contagiati della provincia di Lecce.

E si arriva ad oggi: la macchina che effettuerebbe 24 tamponi nel tempo di 1, è lì, ferma. La Asl che non ne è proprietaria non può in nessun modo utilizzarla. Dall’impasse si uscirebbe solo se questa azienda decidesse di concedere alla Asl l’uso di un macchinario così importante. Basterebbe una veloce ritaratura per utilizzarla sin da subito.

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