Cronaca

Covid, nella rsa di Soleto muore il quarto anziano contagiato

SOLETO- Stavolta è direttamente la Asl a darne notizia: dopo quello di un anziano di Martignano nella notte tra sabato e domenica, si registra il quarto decesso tra gli ospiti colpiti da Coronavirus all’interno della rssa La Fontanella di Soleto. Due nel giro di poche ore, dunque. Si tratta di persone di 89 e 91 anni, che avevano già neoplasie pregresse e per le quali è subentrata l’infezione da Covid. Tra gli 81 rimasti, di cui cinque già ricoverati in ospedale nei giorni scorsi, ci sono anche quattro anziani negativi al Covid trasferiti nel pomeriggio di domenica in un’altra casa di cura, nella clinica San Francesco di Galatina.

Dopo la morte della 95enne di Serrano risultata positiva, sabato 21 marzo, al momento i dati notificati al Comune di Soleto restano quelli di sabato: 31 contagiati tra gli 83 anziani presenti. A fronte dei 4 decessi complessivi e degli altrettanti trasferimenti, sono ora 18 quelli positivi che continuano ad essere seguiti all’interno della casa di riposo. Si attendono, però, ancora gli esiti dei tamponi eseguiti tra il 25 e il 27 marzo, mentre al momento sono noti sei casi tra il personale, completamente messo in quarantena.

Com’è noto, dal 26 marzo, in seguito all’ordinanza con cui il sindaco Graziano Vantaggiato ha imposto alla Asl di subentrare nella gestione, sono arrivati nella struttura i primi medici, due del Pronto soccorso del Fazzi, per verificare le condizioni di salute degli ospiti e assicurare la somministrazione delle opportune terapie. Il Direttore del Distretto socio Sanitario di Galatina, competente per territorio, è stato incaricato di coordinare gli interventi utili per fronteggiare l’emergenza, affidando l’assistenza medica ad un gruppo di medici dell’azienda mentre quella  tutelare e assistenziale a infermieri, OSS e al personale di Sanitaservice.

La Asl ha fatto sapere, con una nota ufficiale arrivata dopo le polemiche sull’assenza di comunicazione, che ha avviato attività emergenziali,  “orientate alla valutazione clinica dei pazienti presenti spesso caratterizzata da non autosufficienza completa per pregressa grave disabilità; all’individuazione tempestiva degli ospiti da ricoverare; alla conferma o revisione dei piani terapeutici in atto; al completamento del test per la rilevazione del Covid agli ospiti e al personale presente in servizio; al trasferimento presso Casa di Cura degli ospiti risultati negativi”.

Considerando l’elevato numero di ospiti e la necessità di un significativo numero di operatori, con diversa qualifica, la Asl ha ritenuto necessario suddividere gli interventi in due aree. I primi sono quelli di continuità assistenziale medica, con “la presenza di un medico h24 per tutto il periodo emergenziale e di un coordinatore medico, con pluriennale esperienza nei servizi di emergenza medico chirurgica, con il mandato di definire e valutare i piani assistenziali e di cura degli ospiti”.

Ha attivato anche “interventi assistenziali sanitari e tutelari per l’ospite, con servizi generali per la struttura, assicurati da infermieri e OSS, in numero proporzionale alla presenza degli ospiti, insieme ad interventi alberghieri generali per la pulizia, la sanificazione degli ambienti, preparazione e dispensazione dei pasti, servizi di lavanderia, ausiliarato e portierato”.

Tre i turni di lavoro, ognuno dei quali, dunque, è coperto da un medico, due infermieri e otto oss, a cui si aggiungono gli operatori incaricati delle pulizie, della gestione della biancheria, dei pasti e l’ausiliarato in genere. Dal 28 marzo, inoltre, è stato attivato un servizio di accettazione e trattamento delle richieste di informazioni sanitarie provenienti dai familiari degli ospiti (dalle ore 8 alle ore 20). “Alcuni problemi di comunicazione con le famiglie, riscontrate nella fase di avvio – si giustifica la Asl – sono da imputare alla mancata conoscenza diretta dei medici di tutti gli ospiti e dalla necessità di effettuare una prima valutazione clinica anche finalizzata all’eventuale ricovero dei Covid positivi e sintomatici. Dai prossimi giorni i familiari potranno parlare attraverso una videochiamata con i propri cari. E qualora le condizioni cognitive dei pazienti non dovessero consentirlo, le informazioni saranno date direttamente dai medici o dagli infermieri”.

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