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Rivolta nel carcere di Foggia: evadono i detenuti – Il video. Tensione anche a Brindisi e Taranto

FOGGIA-“Scene apocalittiche”, ripete l’agente di polizia penitenziaria, perché “il carcere è in mano a loro”. Il caos che si è scatenato in mattinata nel penitenziario di Foggia si è temuto potesse estendersi anche alle altre case circondariali salentine, dopo le proteste a Bari e le tensioni che si sono registrate domenica pomeriggio in quelle di Brindisi e Taranto. La situazione leccese, invece, è più sotto controllo sebbene ci siano comunque, a detta degli agenti, dei “focolai di irrequieti”, soprattutto di detenuti campani e foggiani, presenti anche in sezioni di alta sicurezza.

Le rivolte sono esplose dopo che i detenuti hanno appreso dalla tv della stretta disposta a livello ministeriale su permessi e colloqui con i parenti, sospesi per alcune settimane, per precauzione. Adesso le associazioni di tutela spingono per chiedere di adottare provvedimenti di amnistia e indulto e secondo alcuni sindacati della Penitenziaria c’è una precisa regia dietro le proteste, proprio per fare pressione e ottenere questo.

Qui i momenti concitati della protesta:

Di sicuro, a Foggia la situazione in mattinata è precipitata, con alcuni reclusi saliti sul tetto, altri che hanno rotto le finestre e all’ingresso è stato appiccato un incendio. Negli scontri con le forze dell’ordine, un detenuto è rimasto ferito alla testa ed è stato portato via in barella. “Non abbiamo avuto potere su niente, hanno sfasciato tutto. Sono saliti sui cancelli del blockhouse per cercare di abbatterli. C’è il cordone delle forze dell’ordine ma non c’è più controllo”. Questo il racconto drammatico dell’agente foggiana. Una cinquantina i detenuti evasi, trenta sono rientrati poco dopo, altri venti sono riusciti a fuggire, anche rapinando alcune auto. In particolare, quattro detenuti tarantini sono stati arrestati sulla tangenziale di Bari, dopo la diffusione della targa della vettura che avevano rubato.

Alta tensione anche nel carcere di Taranto, domenica pomeriggio: il Sappe fa sapere che sono state devastate alcune sezioni, rotto sgabelli, inferriate, porte in ferro. Incendiato qualche giornale e lenzuola e, come anche accaduto a Brindisi, la protesta è andata avanti con la cosiddetta “battitura” di oggetti vicino alle sbarre, per fare rumore. A Taranto e Brindisi, tra l’altro, non è ancora in vigore il regime aperto, per cui i detenuti possono almeno uscire dalle celle e restare nelle loro sezioni, come a Lecce, dove la situazione è più tranquilla: come fa sapere l’Osapp, domenica pomeriggio il comandante della Polizia Penitenziaria e la dirigente dell’istituto, Rita Russo, hanno spiegato il senso dei provvedimenti ministeriali, anche perché molti parenti arrivano per i colloqui da fuori regione. Sospese anche tutte le attività ricreative e culturali. Attivate tutte le misure di precauzione anche per il personale che fa ingresso a Borgo San Nicola, dove è stata allestita una tenda all’esterno per monitorare la temperatura.

 

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