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Final Blow, Foresio: “Mai minacciato, avrei denunciato”. I gestori del parco Belloluogo: “Noi estranei”

LECCE – Operazione Final Blow, l’assessore Foresio chiarisce: “Mai ricevute minacce per Belloluogo, avrei denunciato”. La società che gestisce il parco di Belloluogo rimarca la sua estraneità. Sostituito, intanto, il responsabile arrestato. 

“Nessuna minaccia, solo una discussione animata con l’indagato, viceversa avrei denunciato”. È la precisazione dell’assessore allo Spettacolo del Comune di Lecce, Paolo Foresio, chiamato in causa come presunta vittima di pesanti minacce subite da alcuni esponenti della malavita locale, finiti in arresto con l’operazione Final Blow.

I tentacoli degli arrestati sarebbero stati allungati, in più occasioni, sul parco di Belloluogo: lì dove tentavano di accaparrarsi un monopolio nella gestione delle attività di spaccio, guardiania e gestione dei parcheggi, in occasione di eventi e concerti. Interessi, questi, per i quali la società che gestisce il parco in mattinata è tornata a rimarcare, con forza, la sua totale estraneità.

“Ci tengo a chiarire un aspetto – ha precisato anzitutto Foresio – dopo la mancata autorizzazione da parte dell’amministrazione comunale del concerto che avrebbe dovuto tenersi nel giugno 2018 a Parco Belloluogo, ho avuto una discussione animata con l’indagato, una discussione priva però delle minacce nei termini che leggo nelle intercettazioni pubblicate sui giornali. Se effettivamente l’indagato si fosse rivolto a me nelle modalità riportate negli atti di indagine, avrei denunciato senza esitazione”.

Da Palazzo Carafa, intanto, fanno sapere della comunicazione giunta in mattinata dalla società che gestisce Belloluogo: quest’ultima ha già proceduto a sostituire l’arrestato fino a ieri indicato come “responsabile del parco”.

“L’amministrazione comunale – si legge in aggiunta – resta in attesa di ulteriori eventuali sviluppi sul fronte delle indagini, prima di valutare iniziative che vadano ad interessare il rapporto della stessa con il Consorzio“.

Intanto la società tiene a rimarcare, si diceva, la sua completa estraneità ai fatti.

“L’attività del gestore – si legge in una nota – è stata improntata sempre alla legalità e alla trasparenza. La Società non è oggetto di qualsivoglia indagine o provvedimento da parte dell’autorità giudiziaria, in quanto è totalmente estranea ai fatti emersi nell’inchiesta. È facilmente appurabile, infatti, come la Società non abbia mai avuto contatti, né sia stata mai contattata da nessuno dei protagonisti dei clan malavitosi coinvolti nell’inchiesta.

Si precisa, infine, che la Società non è stata mai sentita, né chiamata, né interpellata in alcun modo da nessuna delle forze dell’Ordine attualmente impegnate nelle attività di indagine”.

E.Fio

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