LECCE- I dati aggiornati, a quattro anni dalla pubblicazione del primo Report Ambiente e Salute della provincia di Lecce, dicono sostanzialmente due cose: secondo Arpa, la situazione ambientale è in leggero miglioramento, nonostante permangano alcune evidenti criticità in alcune zone; secondo la Asl, sul versante sanitario, invece, resta preoccupante il dato dell’incidenza di due tipi di tumori, quello al polmone e quello alla vescica. È l’estrema sintesi del corposo lavoro fatto dalla Repol, la rete per la prevenzione oncologica, presentato in mattinata al Museo Sigismondo Castromediano. Dettagliate le proposte date alla politica. Una, cruciale, quella che rappresenta la vera novità: per le aree industriali Galatina-Soleto e quella del comprensorio di Maglie, la Asl ha proposto l’esecuzione di una Valutazione di impatto sanitario (Vis), strumento molto più dettaglio della Via e che prenda in esame tutta le emissioni di quelle zone, anche quelle di impianti industriali non soggetti ad Aia.
Lo studio Protos, in particolare, ha confermato la presenza di un gruppo di comuni, concentrato nell’area di Galatina-Soleto-Maglie e Grecìa salentina, in cui è più elevata che altrove l’incidenza del cancro al polmone. È vero che il 98% dei soggetti intervistati, ammalatisi di tumore, è fumatore, ma è emerso anche altro: ad esempio che chi ha la licenza di scuola elementare o analafabeta si ammala il doppio rispetto a chi ha un diploma; che l’aver avuto altri casi in famiglia aumenta il rischio del 29%, che aver usato pesticidi in agricoltura senza accorgimenti di protezione fa schizzare il rischio del 424 per cento. Ma proprio nell’area Galatina-Soleto, oltre a questi fattori individuali, sono emerse chiaramente le associazioni di rischio con alcuni fattori ambientali, come l’esposizione ai fumi delle fabbriche: lì il rischio di contrarre il tumore è del 71 per cento in più per entrambi i sessi rispetto a fasce territoriali meno esposte.
Il monitoraggio delle matrici ambientali, rispetto al passato, è certamente migliorato, come per il monitoraggio della falda, ma restano molti ma: l’intero sud Salento continua ad essere sprovvisto di centraline fisse per il rilevamento della qualità dell’aria; i controlli sui pesticidi vanno incrementati così come quelli sugli animali, specie nelle aree a rischio; vanno drasticamente ridotte le autorizzazioni per nuovi pozzi – mille le nuove richieste ogni anno, 25mila i pozzi censiti e circa 75mila quelli abusivi – a fronte di una falda sempre più salata; la Asl intende campionare ora anche i suoli non condividendo il metodo del progetto Geneo della Lilt; ancora troppo elevata la concentrazione di manufatti con amianto.
T.C.