Cronaca

Reati ambientali, nel Salento 416 denunciati dalla forestale

LECCE- I numeri sono importanti e dicono che nelle tre province salentine sono state lo scorso anno ben 416 le persone denunciate per reati ambientali da parte della sola Forestale, con in testa il Leccese con 172 denunce a fronte di 270 reati perseguiti. A Brindisi c’è stato anche un arresto e sono stati 127 i reati scovati, mentre nel Tarantino ammontano a ben 274 a fronte di un numero di deferimenti pari a 118. Si tratta, ad ogni modo, di proporzioni più contenute rispetto a Foggia e rispetto al bacino Bari-Bat. È il bilancio diffuso dai carabinieri forestali in mattinata a Bari.

Tra le aggressioni ambientali destano ancora particolare impressione l’abbandono incontrollato di rifiuti, le discariche abusive e i traffici organizzati, unitamente alle illecite forme di smaltimento e combustione dei rifiuti. È stato documentato un aumento dei controlli su tutto il territorio, pari al +12,26 per cento, con interventi ancora più mirati sul piano della prevenzione e diffusione della legalità ambientale. Anche per questo sale il numero dei reati perseguiti (+24.83 %) coniugati ad una significativa contrazione degli illeciti amministrativi accertati (-15.67 %), il tutto rispetto al 2018. Per questi ultimi, le multe comunque sono state salate: nel Leccese ne sono state comminate per un ammontare di 341mila euro; nel Brindisino per 238mila euro e nel Tarantino per 354mila euro. I sequestri penali superano quelli amministrativi: i primi sono stati ben 60 a Lecce, 53 a Taranto e 52 a Brindisi.

“Risultano ancora rilevanti – dicono dall’Arma – le violazioni alla normativa paesaggistico-urbanistica ed edilizia che rendono sempre attuale l’esigenza di difesa del suolo anche dal punto di vista dell’assetto idrogeologico; come pure, sotto il profilo forestale, i tagli boschivi furtivi ed abusivi.Appaiono soddisfacenti i risultati conseguiti in tema di tutela della fauna selvatica, grazie all’intensificazione del pattugliamento antibracconaggio, attraverso attività di appostamento e osservazione, con appositi servizi mirati nelle “zone umide” litorali nonché nelle zone interne del sub-appennino Dauno, del Gargano, della Murgia e delle Serre Salentine, con particolare attenzione alle aree naturali protette”.

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