Attualità

Poco personale e nuove sfide: la riforma dell’Ateneo in 20 mesi

LECCE- Non sarà probabilmente una rivoluzione copernicana, ma comunque servirà a razionalizzare le risorse, quelle umane soprattutto anche perché carenti, e a dare un nuovo assetto all’Università del Salento. Su iniziativa del rettore Fabio Pollice, è stato istituito il gruppo di lavoro che, in dieci mesi, dovrà definire una proposta organica di riforma organizzativa dell’Ateneo. Il gruppo, coordinato dal prof. Luigi Spedicato e in stretto collegamento con il Direttore Generale Donato De Benedetto, vede all’opera anche i docenti Francesco Natale, Emanuela Ingusci e Antonio Iazzi.
“Una decisa svolta rispetto alle politiche del recente passato”, ha annunciato il rettore, che rimarca l’obiettivo: “Puntiamo a una maggiore efficacia ed efficienza della struttura organizzativa”, attraverso una rimodulazione ritenuta necessaria “sia perché negli anni è profondamente mutato lo scenario di riferimento e lo specifico contesto competitivo in cui l’Università si trova a operare, sia perché la contrazione del personale, determinata dalle politiche di finanziamento del sistema universitario (riduzione dei flussi finanziari e vincoli di bilancio), ha reso improcrastinabile la ridefinizione dell’attuale modello organizzativo”. Si tratta anche, com’è stato spiegato, “di rivedere i singoli processi di lavoro, con l’obiettivo sia di renderli più efficienti e qualitativamente adeguati, sia di valorizzare al meglio le professionalità di cui l’Ateneo può disporre ed elevare, così, anche il livello di motivazione e di coinvolgimento del personale interessato”.
Come si procederà? Oltre al confronto con i sindacati, si mira alla partecipazione del personale, che potrà così indicare problemi e possibili soluzioni. Ci si concentrerà inizialmente su alcune aree gestionali che presentano particolari criticità e i primi interventi sono attesi nei prossimi mesi, per arrivare alla definizione della riorganizzazione, come detto, in dieci mesi e portando a regime il nuovo modello in meno di due anni.

Certo, “la riorganizzazione non potrà risolvere i problemi derivanti dalla sottodotazione di personale – avverte il coordinatore Spedicato – ma di certo consentirà di orientare meglio le politiche di reclutamento, in attesa che il Governo si avveda del ruolo strategico che le Università svolgono per lo sviluppo del Paese e torni a finanziare l’aumento delle piante organiche degli Atenei, a partire da quello, come per l’appunto il nostro, in cui si registrano condizioni di evidente sofferenza strutturale”.

Intanto, con le risorse a disposizione, il Senato Accademico e il Consiglio di Amministrazione hanno deciso di inaugurare nuove politiche di reclutamento del personale tecnico-amministrativo, destinandovi oltre il cinquanta per cento dei punti organico finanziati nell’ambito della programmazione relativa al biennio 2021-2022.

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