TREPUZZI – Nel Monastero di Sant’Elia, ricadente nel feudo di Trepuzzi, putroppo non è soltato il panorama a togliere il respiro. In quest’immobile cinquecentesco dei Frati Cappuccini, appartenente anche ai Comuni di Campi Salentina e Squinzano e in ultimo dato in gestione al Gal Valle della Cupa, qualunque sforzo atto alla riqualificazione è visibilmente caduto nel vuoto.
Per accedervi usufruiamo di un’igresso secondario. Ed è qui che campeggia un cartellone di inizio lavori risalente al 24 dicembre 2015, con la fine dell’intervento prevista per il 19 agosto del 2016. Si tratta dell’ultimo progetto (in ordine di tempo), sostenuto con fondi regionali e cofinanziato dall’Unione Europea, finalizzato ad incentivare le attività turistiche tramite la “realizzazione di sentieristica compatibile con l’ambiente naturale“.
Centro metri più in là ci troviamo davanti ad un primo stabile ormai dimezzato a causa di un crollo strutturale importante e, per questo, sostenuto da decine di puntelli per limitare i danni che il tempo ha già fatto.
Proseguiamo nel percorso e al pian terreno, nelle diverse stanze le cui porte sono state buttate a terra, troviamo di tutto: dagli estintori abbandonati, ai seggolini auto per bambini e poi quadri, letti, materiale di risulta.
Da qui accediamo al chiostro intitolato a Salvatore Colazzo, pittore squinzanese: la situzioneè ancora più desolante. Il verde ha avuto la meglio persino sul pavimento, i vetri delle porte sono ancora a terra e in frantumi.
Nella sala, originariamente adibita alle conferenze, intitolata al pittore campiota Cosimo Monticchio, ci sono anche bottiglie di alcolici.
Tramite una salita impervia, immersa nel verde, continuaimo il nostro tour. Siamo al primo piano e le finestre sono senza vetri. Quello che abbonda, invece, è l’umidità e il salmastro che hanno letteralmente corroso le pareti. Un labirinto immerso nel silenzio e privato di tutto: è questa la sensazione che restituisce il lungo corridoio dal quale si diramano le varie stanze. Nei bagni ci sono ancora i sanitari ed è tutto quel che resta.
Di fatto il cartellone di inizio lavori affisso all’ingresso testimonia l’ultimo progetto di cui lo stabile ha goduto. L’ultimo dacché per il Monastero di Sant’Elia anni addietro è arrivato il fior fiore di soldi pubblici. Il costo del recupero architettonico ha sfiorato, infatti, il milione di euro. Finanziamenti regionali, ottenuti in 3 diverse tranche, ma che pure non bastarono a rimettere a nuovo l’intero immobile. Una prima inaugurazione della porzione tirata a lucido risale al 2009. Nel 2012 è stata poi la volta del parco intercomunale. Due tagli del nastro messi, poco dopo, alla prova dall’inciviltà: il Monastero è stato più volte vittima di veri e propri saccheggi.
Fatto sta che da allora nulla si è mosso. Ed è così che il Monastero è tornato al suo originario religioso silenzio.
Erica Fiore
Montaggio video a cura di: Angelo Perrone