Cronaca

Deturpamento del Ciolo? Il pm chiede condanne da 6 a 8 mesi

LECCE-Arriva alle battute finali il processo sul presunto deturpamento di bellezze naturali sulla scogliera del Ciolo, nel comune di Gagliano del Capo. In aula hanno preso la parola sia la difesa degli otto imputati che l’accusa, con il pubblico ministero Valeria Mignone che ha avanzato le richieste di condanna dai sei agli otto 8 mesi.

Il collegio difensivo, composto dagli avvocati Riccardo Giannuzzi, Stefano De Francesco, Francesco Nutricati, Alessandro Distante e Luca Vergine, ha chiesto invece l’assoluzione per tutti gli imputati. “Un processo alle intenzioni perché le opere che vengono contestate non furono mai realizzate, ma solo progettate. Si tratta in ogni caso di opere di contenimento, reti metalliche, a protezione della scogliera a rischio crollo. L’iter per la loro realizzazione era inoltre, dal punto di vista amministrativo, in regola”. Nel processo si sono costituti parte civile Legambiente e il Ministero dell’Ambiente. La sentenza del giudice, la dottoressa Fedele, è prevista per il 30 gennaio.

Sono fuori dal processo Vincenzo Moretti di Bari e Caterina Di Bitonto di Barletta, funzionario e dirigente dell’Ufficio Programmazione delle Politiche Energetiche Via/Vas della Regione, assistiti dall’avvocato Alessandro Dello Russo. La loro posizione è stata infatti stralciata per difetto di competenza territoriale.

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