AmbienteCronaca

Inchiesta Tap, 19 a processo. Tra le parti offese sindaci, Emiliano, Ministero e associazioni

MELENDUGNO- Lavori in zone agricole “di notevole interesse pubblico” realizzati in assenza di autorizzazioni o in violazione di alcune prescrizioni ministeriali; espianto di ulivi in periodi diversi da quelli previsti; contaminazione della falda con sostanze pericolose, tra cui Nichel, Manganese, Arsenico, Azoto Nitroso e, soprattutto, cromo esavalente, potente cancerogeno. Sono queste alcune delle accuse da cui dovranno difendersi le 19 persone per le quali nelle scorse ore è stato notificato il decreto di citazione diretta a giudizio firmato dal pm Valeria Farina Valaori.

L’8 maggio prossimo si aprirà, dunque, il primo processo a carico dei 19 dinanzi al giudice Silvia Saracino, della II Sezione del Tribunale di Lecce. E’ l’inchiesta sul gasdotto Tap che ha visto accorpare i due filoni relativi ai presunti abusi negli espianti di ulivi e all’inquinamento delle acque sotterranee. Ha vita autonoma, invece, il procedimento su Seveso e Valutazione di impatto ambientale, per il quale, però, si attende ancora la chiusura delle indagini dopo il controesame dei periti nell’ambito dell’incidente probatorio, nel gennaio di un anno fa.

Gli imputati, a vario titolo, sono la stessa multinazionale Trans Adriatic Pipeline Italia, nella persona dei direttori Luca Schieppati ed Elisabetta De Michelis; Michele Mario Elia, ex country manager di Tap; Gabriele Lanza, project manager della società; Lucio Mello, di Veglie, titolare dell’impresa che si è occupata dell’espianto degli ulivi; Massimiliano Greco, di Arensano, rappresentante dell’azienda che ha provveduto all’installazione delle recinzioni;  Antonio Vallone, di Galatina, titolare della coop. Montaggi Industriali, subappaltatrice del montaggio delle recinzioni; Luigi Romano, di Siracusa,fabrication operation manager di Saipem, azienda appaltatrice prinicpale per i lavori di costruzione del microtunnel e del tratto di condotta a mare; Adriano Dreussi, di Udine, Offshore constructione Manager di Saipem; Pierro Straccini, di Pescara, anche lui Offshore Constructione Manager di Saipem; Luca Gentili, di Milano, procuratore della Saipem; Yuri Picco, Udine, responsabile della commessa della I.CO.P. spa, subcontrattista per la realizzazione del pozzo di spinta; Aniello Fortunato, di Salerno, direttore tecnico di cantiere della I.CO.P.; Mariano Giuseppe, di Copertino, direttore di cantiere della SME Strade srl, subcontrattista per preparazione aree di cantiere; Pino Calò, di San Cesario di Lecce, datore di lavoro presso la Geoambiente srl, subcontrattista per l’impermeabilizzazione delle vasche e intermediario per lo smaltimento di materiale da demolizione; Maurizio Luigi De Pascalis, di Galatina, rappresentante dell’ominima società che ha fornito il calcestruzzo; Claudio Coroneo, di Galatina, socio amministratore della Nova Montaggi, subappaltatore del montaggio della recinzione; Pantaleo Notaro, di Galtina, socio amministratore anche lui della stessa Nova Montaggi; Alessandro Niccoli, di Brindisi, amministratore unico della R.A. Costruzioni srl esecutrice dei lavori; Marco Paoluzzi, de L’Aquila, direttore dei lavori .

Tra le parti offese, Alfredo Fasiello, presidente del Comitato No Tap Salento; gli otto sindaci che hanno firmato vari esposti, cioè quelli di Melendugno, Vernole, Castrì di Lecce, Calimera, Lizzanello, Martano, Zollino, Corigliano d’Otranto; il governatore della Regione Michele Emiliano; il Ministero dell’Ambiente e le associazioni Vas Onlus, Codacons, Italia Nostra.

 

 

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