Cronaca

Sbarco con il mare in tempesta, il veliero s’incaglia: tragedia sfiorata a Leuca

SANTA MARIA DI LEUCA- Persino chi con il mare ci convive tutti i giorni mai si sarebbe aspettato che fosse possibile uno sbarco in quelle condizioni. Il mare forza 5, con venti forti da sud, ha fatto sfiorare la tragedia nella notte a Leuca. Un veliero è stato trovato incagliato sugli scogli di fronte all’hotel Terminal, sul lungomare Cristoforo Colombo. Ha trasportato fino al Salento 49 migranti, partendo dalla Turchia e, stando alle prime ricostruzioni fatte, con una tappa a Cipro. In mare, dunque, per una intera settimana in condizioni proibitive. Segno, questo, che gli skipper evidentemente erano ben collaudati: si tratta di due uomini ucraini, identificati e arrestati dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Lecce, sul posto assieme al Gico e al pool antimmigrazione composto anche da carabinieri e Polizia.

L’allerta alla Capitaneria di Porto è giunta dopo la mezzanotte. Un viaggio tra le intemperie quello a cui sono stati costretti i migranti. Nella notte è stato rintracciato il primo gruppo, appena sbarcato sugli scogli. 33 persone in tutto: oltre ai due presunti scafisti, 21 migranti di nazionalità iraniana e dieci iracheni. Tra di loro anche una donna e due ragazzini di 14 e 15 anni. Erano tutti senza scarpe, in grave ipotermia e molto provati dalla traversata. Uno di loro è stato ricoverato per accertamenti, gli altri sono lievemente feriti. Erano già tutti a terra, soccorsi dalla Croce Rossa. Sul posto sono giunti anche la Caritas e i rappresentanti del Comune di Castrignano del Capo che hanno fornito supporto materiale e logistico durante le operazioni di accoglienza. A metà mattinata è stato rintracciato un secondo gruppo di 18 persone, che si erano allontanate nella notte facendo perdere le proprie tracce.

È, questo, un altro dei cosiddetti “sbarchi fantasma”, rientranti però nel filone cosiddetto russofono. Modalità e in parte rotte diverse rispetto a quelle del gruppo brindisino-siriano sgominato dalla Finanza il 12 dicembre scorso, con l’operazione Sestante. Quest’ultimo organizzava viaggi, dal costo di circa 6mila euro a testa, dalle coste greche, in particolare da Corfù, dove i migranti, spesso siriani, venivano spostati dopo un concentramento ad Atene, per poi partire alla volta del Salento con motor yacht di fortuna.

I russofoni, soprattutto ucraini e georgiani, invece, fanno parte di una presunta organizzazioni che non vedrebbe italiani coinvolti: impiegano quasi sempre velieri, che dunque si confondono ancora di più con il traffico da diporto. Partono sempre dalle coste occidentali turche, a volte riescono a raggiungere le coste leccesi e a far sbarcare i migranti prima di darsi alla fuga. L’ultimo episodio simile risale al 2 dicembre scorso, sempre a Leuca: in 56, tra cui cinque bambini, sono stati abbandonati su un veliero alla deriva, poi incagliatosi sugli scogli e affondato in un mare in tempesta. Tragedia sfiorata anche quella volta. In questi giorni di festa e di fine anno, l’allerta è alta: è uno dei periodi più gettonati solitamente dai trafficanti di uomini.

 

T.C.

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