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Dopo Xylella, approvato protocollo reimpianti. Coldiretti: “Anche fichi e mandorli al posto degli ulivi”

XYLELLA- Da una parte del mondo agricolo si chiede di agevolare la possibilità di diversificazione delle colture per il dopo Xylella. Si è infatti in una fase di accelerazione sui reimpianti, stando a quanto dichiarato dalla ministra all’Agricoltura Teresa Bellanova nei giorni scorsi: “Abbiamo definito un protocollo d’intesa per semplificare e sbloccare i reimpianti degli ulivi. Rimuoviamo il vincolo paesaggistico e consentiamo ai proprietari dei terreni di impiantare di nuovo gli ulivi”.

Oggi stesso la giunta regionale ha approvato il Protocollo di intesa con il Ministero per i beni culturali ed il Ministero delle Politiche Agricole che consente il reimpianto di olivi nelle zone sottoposte a vincolo paesaggistico nazionale senza dover ottenere una preventiva autorizzazione da parte delle Commissioni paesaggistiche e della Soprintendenza. “Con questo provvedimento – spiegano da Bari – tutti coloro che gestiscono a vario titolo terreni nelle zone infette da Xylella possono procedere al ripristino dell’oliveto danneggiato in maniera più semplice e senza ulteriore aggravio burocratico. Il Protocollo vede la luce a seguito di una lunga interlocuzione avviata con la Direzione Generale del Ministero nel corso della quale è intervenuto anche il Decreto Legge Emergenza prevedendo la possibilità di estirpare, ma non reimpiantare, le piante malate in deroga ai vincoli esistenti. La soppressione della facoltà di reimpianto dalla Legge ha creato un vuoto normativo che sarebbe stato corretto colmare con un intervento avente forza di norma. In assenza di questo, la soluzione ottenuta sancisce la posizione del Ministero dei beni culturali, deputato a vigilare sul rispetto dei vincoli paesaggistici, che consente a tutti gli interessati di reimpiantare olivi resistenti o tolleranti al batterio in luogo di quelli danneggiati senza dover ricorrere necessariamente al rilascio di un’autorizzazione paesaggistica. Gli agricoltori dovranno richiedere la necessaria autorizzazione solo nel caso in cui gli interventi di reimpianto possano minare la salvaguardia dei beni diffusi caratterizzanti il paesaggio rurale quali muretti a secco, lamie, specchie, trulli, cisterne pozzi, canalizzazioni delle acque piovane ecc”.

La Regione Puglia aveva già legiferato consentendo di derogare dai vincoli paesaggistici a carattere regionale. “Avremmo preferito un intervento di natura legislativa, che peraltro avrebbe consentito di definire anche la questione di quali specie arboree piantare. Le incertezze sui tempi di questo provvedimento ci hanno spinto a definire questo protocollo” ha dichiarato il presidente Emiliano.

Ora però alcune associazioni di categoria, come Coldiretti, chiedono alla Regione Puglia di fare anche altro: “abrogare la delibera di giunta del 1989 che obbliga al reimpianto di ulivi su ulivi, per evitare che si ricreino le condizioni in provincia di Lecce di una monocoltura, con il rischio che un virus alieno azzeri il patrimonio produttivo del territorio, come già avvenuto con la Xylella”. È quanto è stato ribadito anche in occasione dell’audizione sui reimpianti in IV^ Commissione consiliare alla Regione Puglia.

Lo si ritiene un passaggio fondamentale, “per una ricostruzione efficace dal punto di vista economico e paesaggistico, puntando oltre che sulle due varietà resistenti di ulivo Leccino e FS17, sempre con il supporto della scienza, su altre varietà tipicamente mediterranee come il mandorlo o il fico”.

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