Cronaca

Sparano nel quartiere poco prima dell’omicidio Carvone: arrestati zio e nipote

BRINDISI- La Polizia a Brindisi non si ferma e non si fermerà finché tutto e tutti quelli che ruotano attorno all’omicidio di Giampiero Carvone, freddato con tre colpi di pistola alla testa a soli 19 anni, non saranno individuati. Ora zio e nipote, di 28 e 19 anni, sono stati arrestati per detenzione e porto illegale di arma comune da sparo, un fucile con canne mozzate con il quale è stato esploso un colpo nel pieno centro del quartiere Perrino alle 21.20 del 9 settembre, ovvero tre ore prima dell’esecuzione di Giampiero Carvone e a pochi metri dal luogo in cui è avvenuta.

Esibendo quel fucile ed esplodendo quel colpo, i due (S.C e G.S.) volevano rafforzare la gravissima minaccia già fatta poco prima nei confronti di un giovanissimo amico di Carvone: se non fossero state soddisfatte le loro richieste, avrebbero sparato in testa a lui e ad altre persone.

Lo zio era già stato posto agli arresti domiciliari, misura applicata dallo stesso giudice a lui e nei confronti di altre tre persone, tutti suoi parenti, ritenuti suoi complici, eseguita il 26 settembre, perché gravemente indiziati del delitto di estorsione pluriaggravata tentata in concorso, la cui vittima era Piero Carvone, padre del ragazzo ammazzato. E questo sarebbe avvenuto cinque ore prima dell’esplosione di quel colpo di fucile che avrebbe destato il panico tra donne e bambini che si ritrovavano nella piccola piazza tra via Bradano e via Adige, alle spalledella Chiesa del cuore Immacolato di Maria, e nove ore prima dell’omicidio.

Confermato che il movente dei delitti del pomeriggio del 9 e della notte fra i giorni 9 e 10 risiede nel furto di un’auto in uso a uno degli arrestati odierni. Giampiero avrebbe rubato quell’auto, una Lancia, proprio al 28enne arrestato in queste ore. Durante la fuga, avrebbe fatto un incidente. Non è chiaro come, ma il proprietario ha poi ritrovato la vettura e, nel pomeriggio precedente all’omicidio, si è presentato assieme ad altri tre a casa di Carvone: secondo la Procura, infatti, avrebbe indotto alcuni soggetti, tra di loro collegati e contigui alla vittima, a pretendere da Giampiero una somma di circa 10mila euro a mo’ di risarcimento danni per il furto e per l’incidente. Non avrebbero usato mezzi termini, arrivando anche a sfondare il portone dello stabile in cui c’è l’appartamento della famiglia e a minacciare i genitori.Qualche ora dopo, qualcuno ha citofonato a casa di Giampiero invitandolo a scendere e poi lo ha ammazzato. I risultati delle investigazioni sono stati ritenuti congrui e idonei a integrare il requisito dei gravi indizi di colpevolezza dal gip, che ha accolto anche la nuova richiesta di custodia formulata dalla Procura. La Squadra Mobile della Questura di Brindisi va avanti finché non saranno individuati tutti i componenti delle bande criminali che si stanno contendendo il territorio.

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