GALLIPOLI – “Le aziende devono essere messe nelle condizioni di operare in un minimo di dignità di contesto”. Così il presidente di Condustria Lecce, Giancarlo Negro, dice basta. Basta a una situazione che avrebbe dovuto essere temporanea e che invece è lì, nel mare di Gallipoli, da 17 anni. È la chiazza nello specchio d’acqua del litorale nord, nei pressi di Rivabella, frutto dello scarico di acque reflue del depuratore, con il conseguente divieto di balneazione per oltre un chilometro, lì dove insistono attività turistiche.
Lo scarico in questione, installato nel luglio 2002 in località San Leonardo, rappresenta il punto di confluenza finale delle acque reflue del depuratore consortile di Gallipoli, Alezio, Sannicola e Tuglie e fu attivato dal Commissario straordinario dell’epoca.
L’autorizzazione allo scarico, concessa dalla Provincia di Lecce, era inoltre vincolata alla costruzione della condotta sottomarina che dovrebbe scaricare i reflui al largo. Nonostante le recenti rassicurazioni del sindaco Minerva e dell’Acquedotto, a seguito delle segnalazioni del Presidente della Sezione Turismo Giuseppe Coppola che si batte da anni per veder mutare la situazione, Confindustria è esasperata e richiama all’ordine le istituzioni coinvolte, perché non ci si dimentichi, per l’ennesima volta, del problema, ora che la stagione estiva volge al termine.