LECCE – Mentre il batterio della xylella fastidiosa continua a divorare il Salento gli esperti a confronto nell’aula Ferrari dell’Ateneo Leccese bocciano il piano Silletti. Dopo la proiezione di un reportage nel cuore delle zone focolaio, tra le più colpite: gallipoli, Sannicola, Neviano, Galatone e non solo, nel quale si racconta e testimonia il dramma degli ulivi, il confronto tra le diverse esperienze seguite alle sperimentazioni inziate nel 2014. “Sperimentazioni fallite a causa del piano Silletti che prevedevano o qualsiasi tipo di diserbo che eliminasse l’erba dai campi, oppure le arature. Se la scelta ricadeva sul diserbo, quello che appare sotto gli occhi di tutti è la crescita oggi nei territori diserbati di due uniche varietà di erbe. Differente è la situazione nei campi non trattati, dove le erbe sono rigogliose e molteplici. Nelle zone in cui è stata preferita l’aratura, invece, agendo nelle zone troppo vicine agli alberi sono state intaccate le radici, e così gli ultivi sono letteralmente crollati dopo appena 10 o 15 giorni. La vera scienza – hanno concluso i relatori – dovrebbe essere quella che deriva dai saperi dei nostri avi”
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