SPECCHIA- Dopo la riapertura del caso, su sollecitazione della famiglia di Noemi Durini, uccisa il 3 settembre del 2017 nelle campagne di Castrignano del Capo, la Procura chiede nuovamente l’archiviazione per i genitori di Lucio Marzo, l’assassino reo confesso della 17enne. Secondo il pm Donatina Buffelli nei loro confronti non ci sono elementi tali da poter sostenere un’accusa in un eventuale processo. E questo anche alla luce delle nuove indagini che il gip Vincenzo Brancato aveva disposto nei mesi scorsi. Sarà ora un altro giudice a dover accogliere o meno la richiesta di archiviazione. Gli avvocati della famiglia della ragazzina uccisa, Mario Blandolino, Claudia Sorrenti, francesco Zacheo, hanno il tempo ora di valutare il da farsi. Si erano già opposti alla richiesta di archiviazione chiedendo un’analisi accurata delle immagini riprese dai sistemi di videosorveglianza, delle conversazioni telefoniche, delle tracce ematiche trovate ad esempio nell’auto o sulle pietre da comparare con il Dna di marito e moglie. L’ipotesi avanzata era che almeno uno dei familiari avesse partecipato all’occultamento del cadavere. Gli esiti degli ulteriori accertamenti sono stati depositati e secondo il pm non risulta provato il coinvolgimento dei due indagati, difesi dagli avvocati Stefano De Francesco e Luigi Piccinni, né vi è la prova che i due abbiano raggiunto successivamente il luogo nel quale Noemi era stata sepolta. L’unico reato che potrebbe essere ipotizzato è quello del favoreggiamento, se entrambi fossero stati a conoscenza di quanto Lucio aveva fatto. Ma in ogni caso, essendo suoi congiunti, non sono imputabili.