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Gasdotto e coralli. Regione, Comune e Arpa di traverso: “Impatti significativi”

MELENDUGNO- I potenziali impatti ambientali del gasdotto Tap sui coralli di San Foca sono “significativi e negativi” secondo la Regione Puglia. Viaggia in tal senso il suo parere, espresso nell’ambito della procedura di verifica di assoggettabilità a Via aperta dal Ministero dell’Ambiente su richiesta della stessa Tap. Il dietrofront della multinazionale, raccontato da Telerama, ha destato clamore: il 10 maggio scorso, la società ha presentato istanza per avviare il nuovo iter, che deve indurre il Ministero a chiarire se va sottoposto o meno alla complessa valutazione di impatto ambientale il progetto di uscita del microtunnel sul fondale, lì dove, però, ci sono banchi di coralli che potrebbero essere compromessi. Così Tap, almeno in teoria, si sarebbe complicata la vita: nelle settimane precedenti, infatti, aveva affermato che la soluzione progettuale da lei stessa proposta era in linea con le prescrizioni e che il gasdotto non interferiva con i coralli di dimensioni più rilevanti. “Occorre una nuova Via, che ho già chiesto sulla questione”, ha chiosato, dopo la diffusione della notizia, il ministro dell’Ambiente Sergio Costa.

Anche la Regione la pensa così, mettendolo per iscritto nel suo parere stilato dopo i contributi arrivati da Arpa, comitato regionale Via e dal Comune di Melendugno, che ha prodotto una corposa relazione con tanto di foto dei coralli allegate.

“Risultano disattese le prescrizioni inerenti alla tutela e salvaguardia dei massicci corallini ed affioramenti di “biocostruzioni” disposte, scrivono da Bari. Di più: “dalla documentazione agli atti si evince l’esistenza di interferenza diretta dell’opera con tali elementi”. Si contestano anche le interpretazioni date ai criteri proposti da Ispra, in particolare perché “non si deduce in nessun punto delle prescrizioni la deroga alla distanza minima di 50 metri dai massicci corallini e le aree con affioramenti di biocostruzioni”. Inoltre, non è riportato da nessuna parte che solo alle formazioni di coralli superiori ai 10 metri bisogna attribuire la definizione di ‘qualità ecologica rilevante’ né risulta che il Ministero abbia emesso altri decreti di aggiornamento e/o integrazioni rispetto a quello originario di Via del 2014. Insomma, bisognerebbe attenersi a quello, secondo la Regione, che “ritiene inammissibile” il fatto che sia impossibile scongiurare “ogni pericolo di possibile interferenza” con i massicci corallini “per l’avvenuta realizzazione delle opere di approdo in difetto della verifica di ottemperanza delle prescrizioni inerenti il tracciato offshore” (a mare, ndr).

In conclusione: non si può lasciare alla libera interpretazione questa questione, perché lo stesso Ministero nel 2014 ha imposto che i coralli vanno protetti, mantenendo l’opera ad una distanza di almeno 50 metri da loro. E la soluzione proposta da Tap “non ne scongiura l’interferenza”.

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