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Colombini (MRS): “Nuova Legge sul Reddito Energetico boutade elettorale per le Regionali”

LECCE- “Leggendo l’emendamento alla Proposta della nuova Legge sul Reddito Energetico votata all’unanimità dalla Giunta Regionale, mi risulta difficile credere che possa veramente portare dei benefici in larga scala come dichiarato da Antonio Trevisi, primo firmatario. Dieci anni fa, partì una campagna in larga scala di incentivazione per l’installazione di impianti fotovoltaici su terreni agricoli arrivando ad installare ben 34 milioni di metri quadrati di impianti di cui la sola Regione Puglia, ne copre quasi la metà con 14,2 milioni di metri quadrati”. Così Pierluigi Colombini Dipartimento ambiente Movimento Regione Salento.

“Gli incentivi furono bloccati nel gennaio del 2012 e sempre nello stesso anno, precisamente con il decreto 25 marzo 2012, il blocco fu totale, furono concessi 180 giorni per la messa in funzione. Molti impianti -continua-  giacciono inermi e dal mio punto di vista è stato fatto un passo indietro verso l’ecosostenibilità, perché sono state sottratte intere zone alle produzioni di prodotti agroalimentari, a beneficio del presunto rendimento economico dell’energia ecosostenibile (o pulita) nei confronti dell’energia esauribile. Nell’addentraci nella Proposta di Legge ci accorgiamo che ci sono dei punti alquanto controversi e dubbiosi che, sicuramente,creeranno molti problemi. La legge dice che: “gli impianti vengono acquistati dalla Regione e concessi in comodato d’uso a famiglie in difficoltà e giovani coppie, per ottenere un risparmio rilevante sul costo delle bollette energetiche” questo ha un senso logico ma quello che non viene specificato è che l’impianto è dotato solo di inverter con immissione diretta in rete. L’impianto serve anche per acqua calda sanitaria e quindi con accumulo? Per chi non conosce il settore qualsiasi tipologia di impianto va bene, basta risparmiare ma non è proprio così. Innanzitutto il costo del puro impianto, varia a secondo dei punti prima descritti dai 4.000,00 ai 6.000,00 euro, ciò che però incide è la potenza che minimo sarà di 3 Kw, questa determina la superficie che va ad occupare 20/25 mq posti su un terrazzo piano (qui non ci sono tetti a falda) a cui va calcolata la stabilità per la portata della struttura dell’impianto e sinceramente l’impatto ambientale non sarà dei migliori.

Occorre poi identificare la zona di installazione perché non tutte possono ottenere la SCIA da parte del Comune (es. centri storici etc.) e qualora vi fosse una forzatura in tal senso, si moltiplicheranno i ricorsi da parte di quei cittadini che, privatamente, avrebbero voluto installare un impianto simile ottenendo un diniego. La Legge inoltre dice: “verrà fatto un bando per scegliere la ditta che si occuperà della realizzazione dell’impianto, la tele gestione e la manutenzione straordinaria”, qui si apre un altro scenario di ampio spettro con la presentazione di offerte al ribasso col rischio avere serie ricadute sulla reale funzionalità dell’impianto stesso. Chi controllerà le imprese sul loro operato?

Quello che però conta è il costo finale di un impianto medio che si aggira 12/14,000,00 euro circa (sempre in base alla tipologia) con tutti gli Oneri di fattibilità e contrattuali a carico della Regione la quale specifica: “i beneficiari di tali impianti firmeranno seduta stante che l’energia non consumata venga rimessa in rete tramite il GSE e gli oneri ricavati andranno alla Regione per ripianare il debito”.

Bisogna veramente stare attenti, perché un privato che installa un impianto fotovoltaico dal costo di 14.000,00 euro tra risparmio energetico e rimborso dell’energia in eccesso GSE, ripiana l’investimento in 7/12 anni. Questo dipende da dei fattori naturali come il cambio delle stagioni e climatici, da fattori tecnici, un nuovo impianto rende al 90% con una diminuzione dell’ 1,5% all’anno, dalla manutenzione ordinaria che a detta della Legge “è a carico del beneficiario” e non tutti la faranno repentinamente, soprattutto le famiglie in difficoltà. Dal mio punto di vista il ripianamento del debito con il solo contributo del GSE non ci sarà e questo è un macigno che si porteranno tutte le varie Giunte che si insedieranno. Ultimo punto la Legge dice: “i beneficiari potranno orinare un eventuale riscatto dell’impianto, coloro che nel caso di decorrenza del beneficio saranno obbligati ad un risarcimento” ora io mi auguro che tutte le famiglie in seria difficoltà possano presto avere un lavoro e potersi permettere di riscattare l’impianto ma oggi con la disoccupazione giovanile al Sud pari al 51% e non va meglio per gli over 50 la vedo molto critica. Così come critica sarà la formula della perdita del beneficio, l’impianto viene disinstallato? Certo con oneri e costi a carico della Regione la quale dovrà anche ripristinare le parti danneggiate durante il montaggio. Esiste già un Decreto legislativo 28/2011 che obbliga le aziende edili ed i professionisti legati ad una nuova costruzione o ampia ristrutturazione, di rispettare i limiti destinati alla produzione di energia destinata al fabbisogno dell’edificio, ben pochi la ottemperano per motivi burocratici di permessi e vincoli vari. Io la vedo più come una boutade elettorale per le Regionali del 2020 molto simile al Reddito di Cittadinanza (guarda caso arriva da un esponente del M5S) che avrà tempi lunghissimi soprattutto per l’identificazione dei reali beneficiari, poi dai bandi etc. Preferirei -conclude- investire su discorsi concreti come Infrastrutture carenti o “giacenti” , aiuti alle imprese o di erogare in via definitiva i punti complessivi del PSR utilizzato ad oggi un quinto dell’importo stanziato. Comunque sia non sarà semplice realizzare la Proposta di Legge e ci aspetta una lunga battaglia”.

 

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