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Gial Plast, il tribunale sospende l’interdittiva antimafia. Un supervisore esterno per controllarne l’attività

TAVIANO – La Gial Plast può riprendere ad operare senza limitazioni nel settore degli appalti pubblici: potrà infatti partecipare a nuove gare, stipulare nuovi contratti e prestare la propria attività in favore della pubblica amministrazione monitorata da un supervisore esterno ma senza essere considerata una società controindicata.

Nelle scorse ore il Tribunale di Lecce ha disposto la sospensione del provvedimento interdittivo adottato dall’Autorità territoriale di Governo nel marzo scorso nei confronti dell’azienda di raccolta e gestione dei rifiuti, con sede nella zona industriale di Taviano e con interessi in tutto il Salento e la Puglia.

I giudici hanno accolto dunque l’istanza di ammissione al controllo giudiziario presentata dalla Gial Plast attraverso gli Avv.ti Pietro e Luigi Quinto, Giuseppe e Michele Bonsegna. Dunque non sarà più commissariata, ma “sorvegliata” quello sì.

L’informativa prefettizia, lo ricordiamo, si basava essenzialmente su due profili: la pendenza di alcuni processi penali a carico di uno degli amministratori e socio di minoranza della società, risultato comunque incensurato, e l’assunzione di alcuni dipendenti considerati controindicati perchè con precedenti penali o ritenuti vicini alla criminalità organizzata.

Nel provvedimento del Tribunale sono stati esaminati tutti questi elementi che secondo i giudici non sono in realtà “idonei a dimostrare la sussistenza di una condotta da parte della società atta ad agevolare la criminalità organizzata”.

C’è poi il nodo dei dipendenti controindicati e per i quali è scattato il licenziamento. I giudici ne hanno sottolineato “l’irrilevanza, alla luce dell’inconsistenza numerica rispetto alla platea complessiva dei lavoratori (circa il 7%) e della circostanza che la quasi totalità dei soggetti controindicati sia stata assunta perchè tutelata dalla “clausola sociale”, che impone l’assorbimento del personale del gestore uscente da parte dell’impresa subentrante nella gestione dell’appalto”. Per i lavoratori tagliati fuori potrebbe dunque scattare il reintegro.

“La misura concessa – hanno dichiarato gli Avv.ti Luigi Quinto e Michele Bonsegna – consente di seguire un percorso condiviso tra le istituzioni coinvolte, più volte auspicato dalla società attraverso la segnalazione preventiva fatta all’Organo di governo ma finora respinto dalla Prefettura”.

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