Attualità

Emigranti della sanità, i viaggi della speranza di Michela

LECCE – Gli emigranti della sanità non diminuiscono. Tra parabole ascendenti e discendenti degli utlimi anni ci sono le storie, toccanti, di chi ogni giorno è costretto a fare i conti con chilometri e disagi. Come Giorgia , mamma di Michela, che racconta la sua storia a sanitàsalento.net

Si va fuori, per cercare una cura, si va fuori e si affrontano spese spesso pesanti come macigni per “famiglie normali”, sono sempre ancora tanti, troppi i viaggi della speranza dei meridionali verso il nord. Per esempio in tutto il meridione sembra non ci sia un centro pubblico o convenzionato con il sistema sanitario, specializzato per le neurolesioni e mielolesioni. Tanto che a Montecatone, in una delle poche strutture italiane in provincia di Imola, specializzata nel trattamento di lesioni midollari e cerebrali acquisite, c’é gente che arriva da tutto il Sud ed anche dal Salento. “C’è tutto il meridione – dice mamma Giorgia di Lecce che racconta la sua odissea a sanitàsalento.net – anche la Puglia naturalmente. Così oltre a dover pagare i farmaci a mia figlia, devo affrontare anche un viaggio per sottoporla alla riabilitazione e ai controlli del caso, il che comporta vitto e alloggio per me, fuori di casa, per chissà quanto tempo ancora.” Michela ha una malattia pesantissima, ma lo Stato non la riconosce, negando il diritto e l’accesso alle cure. Così una giovane di trent’anni, che non cammina, con lesioni al midollo, senza il controllo dell’intestino e della vescica, bisognosa di cure e di assistenza h24, deve pagarsi da sè i farmaci. “Ho lo stipendio di una dipendente statale -dichiara mamma Giorgia – con Michela siamo in giro da quasi un anno, per gli ospedali di Italia, a causa della malattia che l’ha colpita. Era l’estate scorsa: la encefalomielite acuta disseminata /ADEM. Una malattia rarissima. Da un giorno all’altro Michela é entrata in coma e si è risvegliata tetraplegica e poi paraplegica, il virus le aveva danneggiato il midollo, interrompendo la comunicazione tra il cervello e i nervi periferici.” La ragazza ha il corpo paralizzato, come l’intestino, mangia artificialmente, ma é ancora lucida da capire che nessuno si interessa ai suoi bisogni, perché la malattia é rara, sono pochissimi nel mondo a soffrirne. La malattia di Michela: encefalite disseminata acuta – ADEM, non essendo inserita nell’elenco delle malattie rare rimborsabili dallo Stato, costringe la famiglia a pagare di tasca propria tutte le medicine, le stesse che prende un ammalato di Sla, che invece, ironia della sorte, è più fortunato in questa situazione, avendo i farmaci esenti da ticket. Così mamma Giorgia, paga circa 2mila euro al mese solo per i farmaci della figlia, se poi come purtroppo accade si aggrava o semplicemente deve fare controlli, deve sborsare 4mila euro sempre di tasca sua, per arrivare nel centro spinale specializzato: Montecatone, provincia di Imola. Non solo, per ritornare a Lecce, mamma Giorgia dovrà tirare fuori altri 4mila euro all’ACI per il trasporto sanitario: ambulanza sino all’aeroporto, medico in aereo e una volta atterrata a Brindisi, ambulanza sino a casa, a Lecce. Non sono capricci i miei – dice la donna – ho dovuto scegliere l’ACI e non l’asl perché la mia azienda sanitaria mi aveva proposto una soluzione inadeguata e rischiosa per mia figlia. Nel frattempo, mamma Giorgia aspetta una risposta dall’Asl, per capire se può avere i farmaci in esenzione nonostante i paletti del ministero. A fronte di ciò, c’è per fortuna la gente salentina, italiana, dal cuore grande e che se vuole donare anche poco, può fare molto.

Per chi vuole aiutare la mamma di Michela può fare una donazione libera  Banca Sella – IT 12 S 03268 16001 052375434050

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