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Case popolari, al via processo. Prossima udienza nel giorno di presentazione delle liste

LECCE- Sono 36 gli imputati per i quali oggi si è aperto il processo nato dall’inchiesta sulle case popolari. In mattinata la prima udienza in tribunale davanti alla corte presieduta dal giudice Pietro Baffa. Poi dalla prossima, il 24 aprile, si passerà in aula bunker con un fitto calendario di udienze in un processo che “Avrà un’alta priorità” ha affermato il presidente Pietro baffa. Il rinvio proprio nel giorno della presentazione delle liste e dell’avvio ufficiale della campagna elettorale a Lecce. Un processo che ha, di fatto, molti intrecci con la politica cittadina e durante il quale sfilerà la schiera di legali e gli imputati, tra cui gli ex amministratori Attilio Monosi, nelle scorse ore tornato libero dopo la revoca degli arresti domiciliari, Luca Pasqualini, Antonio Torricelli. In aula anche molti testimoni dai volti noti: dall’ex sindaco Paolo Perrone, in un primo momento nel registro degli indagati ma la cui posizione è stata poi stralciata, all’ex presidente della Regione Puglia Nichi Vendola che nel 2014 approvò il regolamento sulle case popolari, fino all’uscente sindaco Carlo Salvemini.

Durante la scorsa udienza si sono costituiti parti civili il comune di Lecce Arca Sud, ex Iacp, oltre ad alcuni degli assegnatari degli alloggi. Parte civile sarà anche il Codacons, nonostante la richiesta avanzata dal legale Giuseppe Corleto e alla quale si sono associati tutti gli avvocati di escludere l’associazione dei consumatori perché rappresentante di interessi troppo generici. Il giudice Baffa ha respinto però la richiesta ritenendo che gli “Interessi lesi dal reato coincidano con gli interessi perseguiti dal Codacons (rappresentato dall’avvocato Cristian Marchello) desumibili dallo statuto dell’associazione”. Alla luce di questo ha quindi ritenuto il Codacons legittimato a costituirsi parte civile.  A sostenere l’accusa i due pm Massimiliano Carducci e Roberta Licci che in aula ha annunciato di aver depositato un dischetto contenente nuove trascrizioni effettuate dalla guardia di finanza di quanto trovato in pc e telefonini sequestrati al momento degli arresti avvenuti il 7 settembre 2018 al termine dell’indagine delle fiamme gialle sull’indebita assegnazione di alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica in favore di soggetti non utilmente collocati in graduatoria e senza requisiti. Condotte che, secondo l’ accusa, sarebbero state messe in atto per acquisire consenso elettorale. Un’indagine cominciata nel 2012 con il lavoro dei finanzieri di Lecce dopo una serie di esposti con l’obiettivo di verificare la gestione delle pratiche di sgombero e di assegnazione delle abitazioni e la formazione delle graduatorie.

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