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Avvocati esterni, la Regione cerca di tamponare falla milionaria

BARI- Restano ancora 10milioni di euro da pagare agli avvocati esterni. I funzionari liquidatori vanno in pensione e la Regione cerca di accelerare. Sulle parcelle controlli anti furbetti

Un macigno da 10 milioni di euro. Sono i debiti che la Regione Puglia ha ancora da estinguere con gli avvocati esterni che negli anni scorsi, e fino al 2012, hanno ottenuto incarichi senza limiti dall’ente di Lungomare Nazario Sauro.

Dei 20 milioni di debito al 2015 ora si è arrivati a 10, equivalenti a 1600 parcelle ancora da pagare. Molto meno, certamente, ma ancora troppo. In passato gli avvocati esterni ottenevano l’incarico senza inviare preventivo, poi una volta arrivata la parcella non si impegnava subito la somma in bilancio. Quando nel 2015 si è deciso di arginare la falla, inserendole come debiti fuori bilancio, la situazione si è ulteriormente aggravata e rallentata. Dunque, occorre un piano B: un piano straordinario. Ma va fatto in fretta giacché – si legge nel provvedimento preparato dalla giunta attuale – dal primo aprile e gradualmente sino a ottobre, i funzionari addetti alla liquidazione dei compensi passeranno da 7 a 2. Quindi il rischio di ingolare nuovamente la macchina e di bloccare l’abbattimento del debito c’è tutto.

Dunque che fare? Mettere anzitutto ordine.

Al momento le parcelle vengono liquidate secondo l’ordine cronologico di ricezione della pratica al singolo funzionario liquidatore. Ora si preferirà un Elenco cronologico unico delle pratiche inevase, da formare sulla base della data di arrivo al protocollo dell’Ente della prima richiesta di pagamento presentata da ciascun avvocato creditore. Ad ogni funzionario un masssimo di 300 parcelle all’anno.

Ma prima di pagare sarà fatto un controllo antifurbetti: la notula autocertificata presentata dall’avvocato esterno, a campione o su tutte quelle che superano i 50mila euro e soprattutto su quelle che fanno sorgere qualche dubbio di veridicità, saranno scandagliate dai funzionari.

Ma l’avvocatura resta un tasto dolente. O potrebbe diventarlo. Perché la Corte dei Conti da tempo ha iniziato a puntare gli occhi sull’accordo che il Consiglio regionale della Puglia ha stipulato con la società Cles di Roma, studio legale che ha vinto una gara per il servizio di consulenza.

Il Consiglio di Stato bocciò quell’accordo, perché ritenne mancassero i requisiti. Ma l’appalto fu comunque prorogato. I magistrati contabili, dunque, vogliono capire se era opportuno o meno insistere su quel tasto, cioè il ricorso agli esterni, nonostante la presenza dell’avvocatura interna. Ma servirà ancora del tempo.

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