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Pronto Soccorso, polemica di Signore: Fracella minaccia denuncia

LECCE – A denunciare un’attesa lunga un giorno nel Pronto Soccorso del Fazzi di Lecce ieri è stato Pierpaolo Signore, segretario provinciale di Fratelli d’Italia: “Dalle 2 di notte alle 4 del pomeriggio, ore ed ore in attesa di avere un responso sulle condizioni di salute di mia madre, 90enne, che nella notte aveva accusato un malore“.

Oggi arriva la replica della Asl, tramite il direttore del Pronto Soccorso, il dottor Silvano Fracella che elenca quanto si evince dalla consultazione della scheda della paziente. Come detto anche da Signore, si ribadisce in primis il rifiuto opposto al trasferimento in ambulanza dell’anziana nel nosocomio di Copertino. “Bisogna chiarire – precisa in prima battuta Fracella – che è l’organizzazione del sistema 118 a individuare il Pronto Soccorso verso cui è più opportuno trasportare il paziente, sia per ragioni cliniche sia per motivazioni logistiche“.

Del tutto immotivata – continua – appare poi la lamentela per le “14 ore di attesa”. La paziente, infatti, è stata registrata in entrata al Pronto Soccorso del “Fazzi” alle ore 4,28 e solo 15 minuti dopo, alle 4,43, è stata presa in carico dal medico di guardia. L’anziana paziente presentava qualche scompenso cronico, per cui è stata sottoposta a tutti gli accertamenti (…) necessari per verificare le sue condizioni fisiche e decidere la terapia da somministrare. Alle 15,27, 10 ore e 40 minuti più tardi, la paziente ha firmato per tornare a casa, rifiutando cioè il ricovero consigliato dai medici (peraltro in presenza del figlio) alla luce del quadro clinico. Meno di 11 ore, dunque, non di “attesa” ma di tempo diagnostico-assistenziale consistito, appunto, nello svolgere tutti gli esami necessari e somministrare la terapia. Assolutamente gratuite, poi -conclude il direttore del Pronto Soccorso- anche le lamentele riguardo ad una presunta mancanza di attrezzature, sedie e quant’altro. Per tutto ciò e per amore di verità, il direttore del Pronto Soccorso si riserva di valutare il ricorso alle vie legali a tutela del personale della struttura e del Servizio pubblico ingiustamente messi alla berlina per fini che si ignorano ma che sono, evidentemente, strumentali“.

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