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Ex Ilva, i tarantini ai cancelli dell’acciaieria: “Oggi vi chiudiamo noi”

TARANTO- “Taranto libera”. Un coro che fa venire i brividi. Un coro che urla in faccia all’ingiustizia e all’indifferenza. Un coro che è il grido di dolore di mamme e papà che hanno perso i loro figli. I tarantini hanno letteralmente messo le catene allo stabilimento ex Ilva, fanno da soli e “lo chiudono” loro.

Dopo una partecipata assemblea nel rione Tamburi, hanno camminato fino ai cancelli di quello che oggi è lo stabilimento Arcelor Mittal, per mettere le catene all’ingresso degli uffici della direzione. Insieme a loro, anche i genitori di Giorgio Di Ponzio, scomparso a 15 anni lo scorso gennaio. I genitori riuniti nel comitato “Niobe” fanno sapere: “Intendiamo immediatamente metterci al lavoro chiedendo al sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, di partecipare al vertice istituzionale indetto il prossimo venerdì sulle tematiche ambientali e di istituire, quanto prima, un consiglio comunale monotematico e aperto a tutti”.

Taranto, la città in cui scuole devono chiudere per l’inquinamento, sta davvero dicendo “Basta”, basta ai veleni dell’acciaieria annidati nel terra e nell’acqua, oltre che nell’aria. Una causa a cui nessuno, nessuno può più restare indifferente. E infatti in assemblea si è detto: “La nostra, quella dei cittadini di Taranto, è una causa di Stato!”

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