LECCE- Un naso chimico per “fiutare” gli inquinanti ambientali: è l’obiettivo del progetto INITIO – INnovative chemIcal sensors for enanTioselective detectIon of chiral pOllutants, finanziato per quasi tre milioni di euro nell’ambito del programma europeo Horizon2020 (FET – Future and Emerging Technologies) e al quale partecipano anche i ricercatori del gruppo di Chimica Fisica dell’Università del Salento.
«Assieme ai colleghi europei progetteremo recettori di nuova generazione, in grado di segnalare la presenza di specifici pesticidi e altri inquinanti», dice il professor Ludovico Valli, Ordinario di Chimica Fisica, a guida del gruppo di ricerca UniSalento di cui fanno parte anche Simona Bettini, Gabriele Giancane e Livia Giotta.
Il progetto mira a sviluppare, appunto, “nasi chimici” di nuova generazione con lo scopo di rilevare gli inquinanti “chirali” di origine farmaceutica e agrochimica. «Si tratta di sostanze che esistono in due forme non sovrapponibili (come le mani sinistra e destra): questa peculiarità molecolare, nota come enantiomeria», spiegano i ricercatori, «influisce non solo sul loro impatto ambientale – i due enantiomeri possono degradarsi in tempi molto diversi -, ma anche sulla loro tossicità – una mano sinistra può fare più danni di una mano destra o viceversa. La sfida è dunque riuscire a identificare e rimuovere l’una o l’altra forma. Il progetto vuole così contribuire al monitoraggio e alla salvaguardia ambientale».