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San Foca, spiaggia e mare in concessione a Tap: è protesta

SAN FOCA – Gli animi sul lungomare di San Foca tornano ad accendersi. In marcia gli attivisti contrari al gasdotto, megafono e striscioni in mano, assistono al sopralluogo dei militari della Capitaneria di porto di Gallipoli, annunciato nelle scorse ore con una nota ufficiale della Questura di Lecce. La perlustrazione della zona è l’atto propedeutico alla concessione della porzione di mare e terra della marina dove sorgerà il microtunel alla multinazionale svizzera. Durerà 50 anni per un canone totale che ammonta a 3 milioni di euro. La metà della cifra stabilita inizialmente, non essendo la zona concessa in esclusiva alla multinazionale.

Gli attivisti si sono frapposti ai mezzi, auto prima e gommone poi, utilizzati dai militari della Capitaneria e dai tecnici di Tap per il sopralluogo.

L’atto formale di concessione demaniale marittima, stipulato il 13 settembre dello scorso anno, lo ricordiamo, è stato approvato dal Ministero dei Trasporti, guidato dal ministro Danilo Toninelli (M5s), il 5 novembre. In sostanza il benestare governativo è arrivato a pochi giorni dall’annuncio fatto dal premier Conte sulla necessità che la costruzione dell’opera andasse avanti. In quelle stesse ore, mentre il territorio faticava ad ingoiare l’ennesimo boccone amaro, i lavori a terra ricominciavano.

Dunque la porzione di San Foca, marina di Melendugno, dove sorgerà il gasdotto, per i prossimi 50 anni circa passerà nelle mani multinazionale. Si inizierà dai lavori sul fondale, dove le fasi propedeutiche sono state già ottemperate nel mese scorso.

Non sarà un passaggio a costo zero, come pure temeva il Comitato NoTap. Nel decreto ministeriale si possono leggere i canoni stabiliti per la concessione. Poco più di 3 milioni di euro, si diceva: un canone dimezzato rispetto a quello delle previsioni dacché nell’area concessa la circolazione di natanti e la fruibilità delle spiagge saranno ancora possibili.

Su quest’ultimo aspetto, però, il comitato NoTap torna ad incalzare. «Questo sconto sul canone – dice il portavoce Gianluca Maggiore – riconducibile alla fruibilità della zona concessa, anche durante i lavori, collide con il documento inoltrato dal Comando dei Vigili del Fuoco alla Capitaneria, con il quale si chiede di interdire le attività di balneazione, navigazione e ancoraggio in quell’area, a partire dalla messa in moto del gasdotto». Sul piede di guerra anche il sindaco Marco Potì che proprio su quest’aspetto, nelle prossime ore, è intenzionato a vederci chiaro.

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