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Per Viminale, Skinheads nella curva del Lecce. “Macché, ultrà anarchici e libertari”

LECCE- Gli scontri pre Inter-Napoli tra ultras nerazzurri e partenopei, una follia che ha portato alla morte di un 35enne di Varese, hanno riacceso i riflettori sulle tifoserie italiane e sotto la lente ci finiscono anche quelle salentine. Il Rapporto dell’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive del Ministero dell’Interno offre un censimento di 328 gruppi attivi, di cui 151 orientati politicamente. E parla di presenze fasciste e persino di skinheads nelle curve, comprese quelle di Lecce e Taranto. Per quanto costantemente aggiornato, tuttavia, quel report sembra non rispecchiare affatto la realtà attuale locale.

È vero che lo zoccolo duro del fascismo calcistico si trova nel Treviso, Padova e Vicenza, da sempre sotto il controllo della Digos. È vero anche che Hellas Verona, Lazio, Inter e anche Juve hanno frange nere molto conosciute. Tra le regioni dell’Italia Meridionale, però, è riportato, ci sono gruppi di Sknin88 presenti in Puglia e si fanno i nomi di Arditi del Bari, l’ex Regime rossonero del Foggia, l’Azione diretta del Taranto e i Kaotici del Lecce. Neonazisti ci sarebbero anche nelle curve di Monopoli, Barletta, Trani.

Ma quanto è vero tutto questo? I Kaotici, sottogruppo dei “Ragazzi della Nord” degli anni ’80, si è estinto nei primi anni ’90. In quegli anni, a prendere il posto dei “Ragazzi della Nord-Commando Ultrà Curva Nord” è stata “Gioventù Giallorossa”, che aveva alcune componenti di destra al suo interno ma non ha mai registrato derive fasciste. Dal 1996, invece, altra storia: il gruppo “Ultrà Lecce”, che attualmente ha ancora le redini del tifo e nasce dalla “working class” leccese. “Quella giallorossa – spiega Pinuccio Milli, legale di molti tifosi e profondo conoscitore delle tifoserie italiane – è una curva dichiaratamente anarchica, a volte vicina ad aree antagoniste, come dimostrano gli striscioni per Stefano Cucchi o a sostegno dei noTap. Qui la destra si è dissolta. Si tende a non fare politica, ma la linea tendenziale è quella di una curva libertaria, antirazzista e multirazziale, che può vantarsi di non aver mai fatto un coro o un ululato contro un giocatore di colore”. È ovvio che ci sono anche militanti di destra ed estrema destra a frequentare gli spalti del via del Mare, ma non alimentano il tifo organizzato.

Mentre a Bari, Foggia e Monopoli resistono ancora le frange di destra, a Taranto si è agli antipodi: il gruppo “Curva Nord”, che ha riunito i precedenti, fascista non è mai stato, visto che, anzi, rappresenta una delle curve più di sinistra di tutta Italia, paragonabile alle rosse realtà di Livorno e Pisa. Tanto di sinistra che imposero ai giallorossi un aut aut, rompendo il gemellaggio allora in corso, quando, a fine anni ’80, la tifoseria del Lecce si gemellò a sua volta con quella dell’Hellas Verona, per motivi non politici ma di trasversalismo Nord-Sud.

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