Ambiente

Paludi da tutelare: istituite 7 zone speciali di conservazione

SALENTO- Chi conosce la Padula Mancina di Montesano? Probabilmente solo gli abitanti del posto, eppure quell’acquitrino tra gli ulivi e i canneti potrebbe essere un nuovo attrattore per quella comunità, a maggior ragione ora che il Ministero dell’Ambiente l’ha inserita, con i 92 ettari intorno che ricadono nell’area dei Paduli, tra le nuove zone speciali di Conservazione. Lo stesso si può dire per il Lago del Capraro, 39 ettari, a Soleto, una depressione naturale in cui si raccolgono le acque piovane che la trasformano in laghetto e ha dato impulso al Parco del Mago intorno. Sono queste due aree “minori” e misconosciute, straordinarie sotto il profilo faunistico di habitat paludosi e di sosta degli uccelli migratori, oltre che per la presenza di rara vegetazione. Padula Mancina e Lago del Capraro sono stati inseriti dal 2016 nella lista dei Siti di importanza comunitaria per il loro alto valore ambientale. Ora rientrano anche nelle cosiddette Zsc, 24 quelle istituite nei giorni scorsi in Puglia con decreto del Ministero dell’Ambiente. Sette di queste ricadono nelle due province salentine di Lecce e Brindisi, per oltre 19mila ettari, a pieno titolo tra i territori maggiormente ricchi e interessanti sotto il profilo naturalistico.

Non ci sono solo loro, che sono anche le più piccole. Ci sono anche gli Stagni e Saline di Punta della Contessa (2.858 ettari) vicino a Cerano e Torre Guaceto- Macchia S. Giovanni (7978) a nord di Brindisi; la Palude del Capitano (2247) tra Nardò e Porto Cesareo. In quest’ultimo comune sono stati vincolati altri 225 ettari, oltre ai 5661 della Palude del Conte, dune di Punta Prosciutto, la più estesa. Alcune di queste zone rientrano, dunque, anche in aree naturali protette di rilievo nazionale, per le altre le opportunità sono nuove e interessanti.

Palude del Capitano

“Si chiude un lungo percorso, iniziato con la direttiva 92/43/CEE del Consiglio del 21 maggio 1992 (direttiva Habitat) – ha commentato l’assessore regionale alla Pianificazione Territoriale, Alfonso Pisicchio – . Tale direttiva prevede l’adozione di misure intese ad assicurare il mantenimento o il ripristino, in uno stato di conservazione soddisfacente degli habitat naturali e delle specie di fauna e flora selvatiche di interesse comunitario e costituisce una rete ecologica europea coerente di Zone Speciali di Conservazione (ZSC) denominata Natura 2000 formata dai siti in cui si trovano tipi di habitat naturali. Tale rete deve garantire il mantenimento e, all’occorrenza, il ripristino, in uno stato di conservazione soddisfacente, dei tipi di habitat naturali e degli habitat delle specie interessati nella loro area di ripartizione naturale”.

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