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Snam avvia i lavori per il suo gasdotto? Sindaci sul piede di guerra

LECCE- Si fa presto a dire “inizio lavori”. Il 12 gennaio, stando alla comunicazione ufficiale giunta ieri nei municipi, è la data “start” per Snam, che ha intenzione di avviare il cantiere iniziando da Brindisi per finire a Melendugno, 55 km di nuovo gasdotto a terra per collegare Tap alla rete nazionale del gas. Non sarà, però, tutto in discesa per l’azienda, perché i Comuni sono già sul piede di guerra e sono pronti a interessare la Procura. E per più motivi.

Il primo: è pendente e non è stato ancora discusso di fronte al Tar Lazio il ricorso presentato da diversi primi cittadini, che hanno deciso di impugnare la Via rilasciata dal Ministero.

Il secondo: ad oggi, nei municipi non ci sono riscontri sul fatto che Snam abbia ottemperato le prescrizioni previste in sede di Valutazione di impatto ambientale e considerate a marzo scorso dalla Regione ancora non soddisfatte. Tra queste, la più importante riguarda l’espianto di 8.663 ulivi presenti lungo il tracciato, poiché Snam non aveva indicato quale fosse l’ubicazione delle piante e dove poi vanno posizionate dopo per i reimpianti. Eppure, stando al cronoprogramma presentato nelle scorse ore, le attività propedeutiche all’espianto e il successivo svellimento dovrebbero iniziare già il 15 febbraio prossimo e andare avanti fino al 30 aprile, per poi riprendere da novembre 2019 ad aprile 2020. C’è un altro però e non da poco, visto che è il motivo che ha già portato al sequestro di una porzione del cantiere Tap, in contrada Le Paesane: nella Via, Snam recepisce le linee guida regionali che individuano solo tra dicembre e febbraio il periodo in cui poter espiantare gli ulivi, periodo non allineato, dunque, con quello prospettato dall’azienda.

Nel suo piano di lavoro, inoltre, è scritto che dal 15 febbraio si dovrebbero smontare e accantonare i muretti a secco, ma anche per questa operazione la Regione ha avuto da ridire ritenendo sia necessario predisporre una progettazione esecutiva. L’apertura della pista su cui posare i tubi dovrebbe essere avviata il 1 marzo, lo scavo dal 1 maggio, i tubi da posizionare già il 1 giugno, da maggio anche la realizzazione degli impianti.

E spunta così il terzo motivo per cui i sindaci, che si incontreranno nei prossimi giorni per capire come procedere, non se ne staranno con le mani in mano. È il contenuto della perizia depositata nell’ambito dell’incidente probatorio, relazione che sarà discussa nell’udienza del 21 gennaio, cioè nove giorni dopo il termine di inizio lavori fissato da Snam. Perché quella perizia, se da un lato ha escluso l’applicazione della normativa Seveso per il terminale di Tap, dall’altro ha detto che sotto il profilo dell’impatto ambientale e paesaggistico si doveva procedere ad una valutazione unitaria per Tap e Snam. “Avrebbe dovuto essere predisposta – hanno scritto i periti – parte dello studio con la finalità di una valutazione complessiva dell’opera fino alla connessione con la rete nazionale, con un approccio almeno di massima; oppure avrebbero dovuto essere trovate altre soluzioni per giungere allo stesso risultato tecnico”. È un passaggio che di certo non cadrà nel vuoto, men che meno ora. Ecco perché alla prima azione che compirà Snam non potrà non corrispondere una reazione dei Comuni interessati dal passaggio.

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