Cronaca

Estorsione e auto-riciclaggio: arrestati due imprenditori

BRINDISI- Le indagini dei finanzieri di Brindisi hanno accertato che i due amministratori avrebbero imposto ai loro dipendenti la corresponsione di trattamenti retributivi inferiori rispetto al lavoro effettivamente prestato, la sottoscrizione di ricevute di quietanza per somme di denaro contante mai corrisposte o buste paga attestanti il pagamento di somme maggiori rispetto a quelle effettivamente corrisposte, l’indicazione di ferie in realtà mai godute, falsi verbali di conciliazione in sede sindacale. I militari hanno eseguito due ordinanze di arresti domiciliari nei confronti di Vincenzo Magrì, 65 anni, e della moglie Maria Lucia Scatigna, accusati di estorsione e auto-riciclaggio.

Le indagini nei confronti di una nota società operante nel commercio al dettaglio di mobili per la casa, con sede a Francavilla Fontana e numerosi punti vendita dislocati in tutta Italia, hanno svelato la sussistenza “di gravi illeciti di natura penale a carico dei citati imprenditori, per aver approfittato, in una situazione di difficile contesto occupazionale, della situazione di debolezza della maggior parte dei loro dipendenti imponendo loro trattamenti economici inferiori ai minimi previsti dai contratti collettivi nazionali o comunque non parametrati alle mansioni effettive e alle ore lavorate”.

E secondo le indagini, le condotte estorsive sono state commesse in concorso, tra l’altro, con due sindacalisti locali, i quali avrebbero indotto i lavoratori ad accettare, sotto la minaccia del licenziamento, falsi accordi conciliativi, obbligando gli stessi a rinunciare a retribuzioni spettanti e ad altri diritti tutelati dalla legge. Uno degli indagati risponderà anche del reato di lesioni personali colpose a seguito di un grave incidente occorso ad un “lavoratore in nero”, obbligato a dichiarare un falso “incidente domestico” al Pronto Soccorso.  È scattato anche il “sequestro preventivo” di 1,2 milioni di euro e di altri beni quale profitto dei reati.

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